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Il pesce coltivato è pronto ad arrivare in tavola

Cresce l'interesse per il pesce derivato da colture cellulari, una novità alimentare allo studio anche in Europa

Il pesce coltivato è pronto ad arrivare in tavola

Il pesce cell-based, o pesce coltivato, potrebbe essere la nuova frontiera dell’alimentazione sostenibile. Il 23 gennaio la leader nel settore della r

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Il pesce cell-based, o pesce coltivato, potrebbe essere la nuova frontiera dell’alimentazione sostenibile. Il 23 gennaio la leader nel settore della ristorazione del sushi Food & Life Companies ha avviato una collaborazione con BlueNalu, un’azienda californiana che sviluppa prodotti ittici da colture cellulari. La startup americana ha inoltre portato in Europa questo pesce alternativo ancora lo scorso settembre, attraverso l’inizio di una partnership con l’inglese Nomad Food, che distribuisce prodotti surgelati. Ma davvero dobbiamo aspettarci una rivoluzione del mercato del pesce? Il potenziale c’è, come sempre si tratterà di una battaglia tra la spinta verso la sostenibilità e il freno dei costi elevati.

Oltre a essere cruelty-free, il nostro salmone avrà lo stesso gusto e valore nutrizionale di quello originale”, ha affermato Veerle de Goederen a proposito del pesce che sta cercando di sviluppare in vitro in un laboratorio del Politecnico di Zurigo. “La ricerca accademica fatica a ottenere fondi per questi progetti”, ha continuato la giovane PhD, “ma diverse startup stanno attirando enormi investimenti e hanno già prototipi ben sviluppati”. BlueNalu è l’azienda trainante in un settore che negli ultimi due anni ha visto crescere gli investimenti di dieci volte. Nel 2021 sono nate quattro aziende produttrici di pesce in coltura solo in Israele, Sea2Cell (tonno), Forsea (anguilla), E-Fishient (tilapia), Wanda Fish (specie non ancora decisa). In America e in Asia se ne contano almeno undici già avviate nello sviluppo del prodotto e nell’elaborazione di strategie di mercato. 

L’Europa si sta accodando: il primato è della tedesca Bluu Biosciences, che l’anno scorso ha ottenuto 8 milioni di dollari di investimenti. L’azienda ha già stabilito ottanta linee cellulari per venti specie marine e punta ad avere i primi prodotti sul mercato nel 2023. Anche Nomad Food, dopo aver aperto le porte europee alla commercializzazione dei prodotti ittici cell-based, pianifica di cominciare a distribuirli nei prossimi anni. Ciò non significa che il pesce coltivato sia già disponibile nei supermercati e nei ristoranti. Intanto però da Wildtype, in California, si può degustare sushi da coltura cellulare mentre si osserva attraverso una vetrata come questo viene prodotto.

Il pesce in vitro non è soltanto un’opportunità per salvaguardare gli ecosistemi marini e la loro biodiversità, ma anche un prodotto migliore per la salute dei futuri consumatori. “Sarà libero da microplastiche e metalli pesanti come il mercurio, che si accumulano nei pesci e che poi finiamo per assumere quando li mangiamo” ha spiegato Veerle. “C’è di più”, ha aggiunto: “Puntiamo a produrre un salmone con un contenuto di Omega-3 ancora più elevato di quello pescato, che è uno dei motivi che rendono questa specie così rinomata”. Tutto ciò senza dover pulire l’animale da lische e organi e la coscienza dal senso di colpa per la macellazione di pesci in estinzione.

L’avanzata purtroppo è rallentata dalle complessità tecniche e dai costi di produzione esorbitanti. Ogni azienda per ora si sta specializzando in una o due specie marine al massimo, perché la tecnologia necessaria è molto costosa e va ottimizzata in base al tipo di pesce. Anche soltanto sviluppare il terreno su cui crescere le prime cellule è un processo che può richiedere anni: Wildtype ne ha impiegati tre per trovare la combinazione di nutrienti adatta al suo tipo di salmone. Riuscire a competere con il prezzo del pesce convenzionale e inserirsi nel mercato sarà l’impresa più ardua: secondo le stime di Ce Delft, per ora il costo di produzione di 1 chilogrammo di proteine in vitro varia da 150 a 20mila dollari, a seconda degli ingredienti usati per il terreno di coltura delle cellule.

Ciononostante, l’industria alimentare è chiaramente in un momento decisivo di trasformazione biotecnologica. C’è richiesta e il desiderio di sostenibilità è in crescita tra i consumatori. Forse la vera domanda è: quanto tempo passerà prima di vedere il pesce in vitro al banco dei surgelati? Anche perché ai nostri mari non rimane molto tempo.

Fonte: Wired.it

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