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La dieta del futuro? Personalizzata e studiata da un’app

Una dieta su misura in base a stile di vita e disturbi del paziente? Soluzione alla portata di tutti, grazie alla ricerca e alla tecnologia, senza scordare le buone abitudini e lo specialista

La dieta del futuro? Personalizzata e studiata da un’app

Non sarà (forse) finito il tempo delle linee guida generali e dei regimi dietetici validi per tutte e tutti, ma c’è chi scommette che in futuro il mon

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Non sarà (forse) finito il tempo delle linee guida generali e dei regimi dietetici validi per tutte e tutti, ma c’è chi scommette che in futuro il mondo della nutrizione cambierà radicalmente approccio: la tendenza è già oggi verso un’alimentazione studiata su misura per ogni individuo, con la sua storia clinica, le sue condizioni di salute e i suoi parametri.

È l’idea di una parte sempre più consistente della comunità scientifica che studia le scienze della nutrizione, secondo cui – grazie ai progressi della tecnologia e della ricerca – nel giro di alcuni anni l’alimentazione diventerà personalizzata e “automatizzata”, con l’ausilio di applicazioni per cellulare e tablet, wrist-band e altri sensori che misureranno in presa diretta le nostre condizioni di salute.

Pionieri di questa scuola di pensiero sono i ricercatori dell’Università di Reading, che hanno appena concluso uno dei primi e più seri trial clinici con cui hanno testato l’efficacia di una dieta studiata a tavolino da un’app e ne hanno confrontato le performance con una che aderisce meramente alle linee guida internazionali.

L’app dei ricercatori inglesi

L’applicazione, sviluppata presso il Dipartimento di Nutrizione umana e Ingegneria Biomedica dell’Università di Reading si è dimostrata estremamente efficace nel guidare pazienti con disturbi dell’alimentazione o malattie correlate. “La nostra app (si chiama eNutri n.d.a.) si è dimostrata efficace nell’incrementare l’apporto di cibo salutare nei pazienti – spiega Rosalind Fallaize, biologa nutrizionista e tra le autrici del lavoro – migliorando di molto la qualità della dieta per il gruppo di pazienti che aveva accesso a consigli nutrizionali personalizzati e automatizzati con algoritmi”.

L’analisi si è svolta su circa 200 individui suddivisi equamente tra chi seguiva i consigli specifici elaborati e un gruppo di controllo che invece metteva in pratica le linee guida generiche per l’alimentazione suggerite dalle autorità sanitarie internazionali e del Regno Unito. Al termine delle dodici settimane di follow-up, il gruppo con dieta personalizzata ha registrato performance migliori rispetto al gruppo di controllo, con migliori qualità nella dieta misurate tramite il valore di mAHEI. Il mAHEI (modified Alternative Healthy Eating Index) è tra gli standard internazionali più usati per “classificare” i benefici di una dieta: assegna a cibi e macronutrienti un punteggio attraverso cui stimare il loro potenziale di creare malattie croniche in individui sani. Per dare un’idea, chi non mangia verdura in alcun pasto giornaliero totalizza 0 punti, chi invece ne include cinque o più portate totalizza 10 punti. Al contrario chi beve bevande zuccherate fa 0 punti, chi non ne beve ne segna 10.

La filosofia della “personal diet”

“Sia chiaro – precisa Fallaize – l’ideale continua a essere rivolgersi a un medico dietologo o un biologo nutrizionista abilitato alla professione”. È anche vero, tuttavia, che non tutti hanno le risorse per farsi consigliare da un professionista, nonostante ne abbiano bisogno perché affetti da disturbi dell’alimentazione o malattie correlate. Negli ultimi anni, infatti, si sta assistendo a una vera e propria transizione nutrizionale in cui abitudini alimentari e stili di vita poco sani stanno creando un esercito di malati di patologie in vario modo legate al cibo. Dall’obesità, al diabete di tipo 2, dai disturbi cardiovascolari a quelli infiammatori del tratto gastro-intestinale; sono alcune tra le malattie croniche non trasmissibili più comuni e fanno i due terzi delle vittime globali ogni anno, molte delle quali potrebbero con buona probabilità essere evitate cambiando stili di vita, facendo attività fisica, riducendo l’uso di alcol e tabacco e, appunto, adottando una dieta sana.

Una relazione positiva con il cibo

“I consigli nutrizionali – prosegue l’esperta – dovrebbero concentrarsi su una dieta bilanciata e soprattutto su una relazione positiva con il cibo. E sono contenta che la nostra app offra questo servizio per tutti e a basso costo”. Molte app sviluppate negli ultimi anni si concentrano meramente sulla perdita di peso e sul conto delle calorie, invece che sul mangiar sano. I ricercatori sostengono che e-Nutri, invece, sia in grado di “cucire su misura” una dieta personalizzata per un uso individuale, impiegando uno speciale score dei vari nutrienti. L’algoritmo sviluppato dai ricercatori dell’Università di Reading assegna punteggi maggiori a chi mangia con regolarità le quantità raccomandate dei cibi più sani come frutta, legumi e verdura, così come quelli meno salutari come carne rossa o snack processati. “Stiamo continuando a sviluppare l’applicazione per adattarla completamente a gruppi di popolazione specifici, inclusi coloro che soffrono di malattie cardiovascolari o diabete”, si legge nelle conclusioni della pubblicazione.

L’approccio innovativo dell’Università di Reading non è isolato: studi pilota sono in corso in Usa e l’Unione Europea è in pole position con il progetto Stance4Health, finanziato nell’ambito di Horizon 2020, che vede coinvolti partner di otto Paesi europei, compresi Germania, Spagna e Italia. Tecnologia mobile e algoritmi matematici che prevedono il comportamento del microbiota intestinale in risposta ad apporti di specifici nutrienti, tenendo conto di fabbisogni dei consumatori e interfacciandosi con dispositivi elettronici indossabili per poi consigliare cibi o integratori, a seconda dei diversi livelli di attività fisica o la durata del sonno. 

Fonte: Repubblica.it

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