In Italia circa il 22% delle offerte di lavoro nel settore del digitale resta scoperto. In arrivo finanziamenti alle scuole per corsi di industria 4.0
Data analyst, sviluppatore per il mobile, big data architect, ma anche digital copywriter, e-reputation manager e digital advertiser. Dietro questa sfilza di nomi ad alto tasso di contaminazione inglese ci sono alcune delleprofessioni che le aziende potrebbero ricercare più facilmente nel prossimo futuro. Professioni che in Italia non hanno percorsi di formazione specifici, se non in rari casi. Eppure la Commissione europea ha calcolato che entro il 2020 circa 900mila posti di lavoro resteranno scoperti, contro i 275mila del 2012. Un buco causato soprattutto dall’assenza dei professionisti del digitale.
Cambia faccia anche la comunicazione: e-commerce e social network, ad esempio, richiedono che le agenzie di dotino di digital copywriter, di pr in grado di coordinare le attività di pubbliche relazioni online e di digital advertiser che pianifichino campagne pubblicitarie sul web.
E di conseguenza servono web analyst, per misurare i dati della rete, ma anche specialisti di tecniche Seo e Sem per migliorare il posizionamento delle aziende sui motori di ricerca, e professioni per gestire le comunità sui social: community manager, quindi, e l’e-reputation manager, che coordina l’immagine di un’impresa in rete.
wired.it