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Ecco come le banche italiane si stanno americanizzando

Fatti, numeri, caratteristiche ed evoluzioni delle banche italiane. L’analisi dell’economista Alessandro Penati per Domani Quotidiano

Ecco come le banche italiane si stanno americanizzando

Una parte dei dividendi promessi dalle banche consiste nella restituzione di capitale in eccesso. Nel terzo trimestre 2021 le maggiori banche itali

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Una parte dei dividendi promessi dalle banche consiste nella restituzione di capitale in eccesso.

Nel terzo trimestre 2021 le maggiori banche italiane avevano raggiunto un tasso di patrimonializzazione Cet 1 (ovvero il capitale versato più gli utili accantonati) del 15,3 per cento, in media oltre 5 punti superiore a quello obbligatorio.

Sulla base degli annunci fatti dalle principali quattro banche (Intesa, Unicredit, Bper, Bpm) stimo che circa 1,5 punti di quel capitale eccessivo verrà complessivamente distribuito quest’anno agli azionisti.

Così tanto capitale accumulato è il risultato della regolamentazione che per anni ha imposto alle banche l’obiettivo prioritario della patrimonializzazione, anche a discapito della redditività.

Il capitale infatti non basta accumularlo, bisogna poi remunerarlo, e farlo senza assumere troppi rischi per non peggiorare i ratio patrimoniali in quanto calcolati sulle attività pesate per il rischio. Questa politica ha pertanto spinto le banche a ridurre drasticamente la rischiosità degli attivi e a puntare sulle commissioni per generare reddito.

Negli ultimi quattro anni le banche italiane nel loro complesso hanno così incrementato di 70 miliardi i titoli di stato detenuti (privi di rischio per la regolamentazione), e aumentato i prestiti di 180 miliardi, ma solo alle famiglie, mutui in prevalenza che assorbono poco capitale di regolamentazione, mentre quelli alle imprese sono addirittura diminuiti di 15.

L’anno scorso le quattro maggiori banche hanno incassato 20 miliardi di commissioni rispetto ai 21 del margine di interesse; per alcune le commissioni sono ormai la prima forma di reddito. Felici le banche, forse un po’ meno i risparmiatori.

Non solo la regolamentazione, anche la politica monetaria ha incentivato le banche a ridurre il rischio di credito, sussidiando il loro margine di interesse. A fine 2021, i finanziamenti della Bce alle banche italiane ammontavano a ben 453 miliardi, di cui 404 erano ri-depositati presso la banca centrale, permettendo alle banche di lucrare un margine, visto che il tasso (negativo) sui prestiti in molti casi è inferiore a quello (negativo) sui depositi.

L’attività principale delle banche italiane (e di molte europee) si sta quindi spostando verso la distribuzione di prodotti finanziari e i prestiti alle famiglie (mutui e credito al consumo).

Si va dunque verso la struttura del sistema finanziario americano dove, per esempio, nel 2020, a fronte dei 78 miliardi di prestiti dalle banche, le imprese Usa ne hanno raccolti 675 emettendo corporate bond e 188 all’estero o dalle istituzioni finanziarie non bancarie.

Fonte: Startmag.it

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