Banche e cambiamento climatico, sono un binomio non ancora del tutto interconnesso. La divulgazione da parte degli istituti di credito in merito ai ri
Banche e cambiamento climatico, sono un binomio non ancora del tutto interconnesso. La divulgazione da parte degli istituti di credito in merito ai rischi climatici è migliorata negli ultimi 18 mesi, ma la loro valutazione su come il cambiamento climatico potrebbe influenzare i loro risultati finanziari rimane debole. A mettere in evidenza il problema sono gli ultimi studi condotti da Moody’s su 28 grandi istituti di credito globali, con attività combinate di 56.000 miliardi di dollari.
Sono già 180 le banche in tutto il mondo che hanno aderito alle raccomandazioni della task force sulla informativa finanziaria climatica (Tcfd) a partire da ottobre 2021, un numero raddoppiato rispetto al momento della precedente analisi di Moody’s nel marzo 2020. Circa la metà delle banche del campione, inoltre, forniscono informazioni in ciascuno dei quattro pilastri del Tcfd (governance, strategia, gestione del rischio e metriche/target) e ciò riflette i principi di segnalazione delle grandi banche al di sopra della media.
“Le regole dovrebbero col tempo guidare una segnalazione più completa dei rischi climatici associati ai portafogli delle banche”, commentano gli esperti di Moody’s, secondo i quali una regolamentazione più chiara li aiuterà a ridurre l’esposizione al carbonio e a migliorare la loro resistenza allo stress climatico. “Tuttavia, miglioramenti sostanziali in termini di trasparenza e comparabilità richiederanno un’informativa più rigorosa per tutti i mutuatari finanziari e non finanziari e una maggiore armonizzazione delle norme in materia di informativa a livello globale”, concludono gli esperti.
Fonte: Milanofinanza.it