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Moody’s poche banche comunicano i rischi climatici associati ai portafogli

L'agenzia di rating evidenzia la difficoltà di molti istituti a sviluppare gli strumenti per misurare la vulnerabilità degli investimenti al cambiamento climatico. Solo il 21% dei gruppi esaminati riporta le emissioni di carbonio legate a prestiti e impieghi

Moody’s poche banche comunicano i rischi climatici associati ai portafogli

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Banche e cambiamento climatico, sono un binomio non ancora del tutto interconnesso. La divulgazione da parte degli istituti di credito in merito ai rischi climatici è migliorata negli ultimi 18 mesi, ma la loro valutazione su come il cambiamento climatico potrebbe influenzare i loro risultati finanziari rimane debole. A mettere in evidenza il problema sono gli ultimi studi condotti da Moody’s su 28 grandi istituti di credito globali, con attività combinate di 56.000 miliardi di dollari. 

Sono già 180 le banche in tutto il mondo che hanno aderito alle raccomandazioni della task force sulla informativa finanziaria climatica (Tcfd) a partire da ottobre 2021, un numero raddoppiato rispetto al momento della precedente analisi di Moody’s nel marzo 2020. Circa la metà delle banche del campione, inoltre, forniscono informazioni in ciascuno dei quattro pilastri del Tcfd (governance, strategia, gestione del rischio e metriche/target) e ciò riflette i principi di segnalazione delle grandi banche al di sopra della media.

Lo studio mostra, inoltre, che sempre più banche considerano il rischio climatico come parte della loro strategia e governance. Tutte le banche prese in analisi considerano il cambiamento climatico quando prendono decisioni strategiche, e il 61% indica obiettivi chiari di rischio climatico, rispetto al 46% dell’anno scorso. Circa il 93% delle banche, inoltre, segnala le proprie emissioni di gas serra (Ghg), meno rilevanti per la solidità creditizia rispetto alle loro esposizioni indirette. Nonostante però molte banche abbiano già integrato i criteri di rischio climatico nei loro processi di approvazione del credito, poche hanno implementato le metodologie e gli strumenti necessari per misurare la vulnerabilità dei loro portafogli al cambiamento climatico. Solo il 21% riporta le emissioni di carbonio che provengono dalle attività di prestito e investimento. Di conseguenza, poche banche rivelano come il cambiamento climatico potrebbe influenzare i loro profitti, con l’eccezione dei ricavi che si aspettano dallo sviluppo di prodotti verdi.

“Le regole dovrebbero col tempo guidare una segnalazione più completa dei rischi climatici associati ai portafogli delle banche”, commentano gli esperti di Moody’s, secondo i quali una regolamentazione più chiara li aiuterà a ridurre l’esposizione al carbonio e a migliorare la loro resistenza allo stress climatico. “Tuttavia, miglioramenti sostanziali in termini di trasparenza e comparabilità richiederanno un’informativa più rigorosa per tutti i mutuatari finanziari e non finanziari e una maggiore armonizzazione delle norme in materia di informativa a livello globale”, concludono gli esperti.

Fonte: Milanofinanza.it

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