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Milano: Roberta Zivolo l’ azienda che assume solo donne e spinge la maternità

Milano: Roberta Zivolo l’ azienda che assume solo donne e spinge la maternità

Nell’azienda dove essere mamma vale più di un master sono pronti a brindare: per il 2022 ci sono due bimbi in arrivo. «Si inverte una tendenza e si to

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Nell’azienda dove essere mamma vale più di un master sono pronti a brindare: per il 2022 ci sono due bimbi in arrivo«Si inverte una tendenza e si torna nascere», è felice Roberta Zivolo, l’imprenditrice che ha fatto della maternità un motivo di successo. In via Marco Polo 5, sede di «Progetto 2000 group», su 80 dipendenti 75 sono donne: scelta precisa e convinta per ribaltare schemi e convenzioni e raggiungere 40 anni dopo un primato riconosciuto da Forbes e dall’Osservatore romano: zero contenziosi sindacali, con l’obiettivo riuscito di conciliare lavoro e famiglia. «Quest’azienda l’ho immaginata io, è cresciuta nel rispetto delle persone, si entra e si esce con un sorriso», spiega Roberta. Non ci sono lavoratrici, ma collaboratrici. Ferie e orari sono sacri. La famiglia anche. «Le donne hanno una vita complicata, bisogna avere rispetto per il loro tempo. A chi andava in vacanza dicevo: mi raccomando, tornate in tre». Le hanno dato retta: in azienda le nascite hanno raggiunto quota 127.

La prima bambina, anno 1983, si chiamava Ninive. L’ultima, anno 2020, ha per nome Aurora. In mezzo ci sono le curve in discesa della statistica, che confermano l’allarme di Papa Francesco sull’inverno demografico. «Dal 1883 al 1999 la media delle nascite è stata di sei all’anno — dice Roberta — poi siamo scesi a due, con soli 24 bambini nati dal’99 al 2012». Il crollo è arrivato con l’ultimo decennio: due bambini nati dal 2012 al 2021. Oggi l’annuncio delle nuove maternità sembra un atto di fiducia e di speranza nel futuro reso incerto dalla pandemia. «Incoraggiare le nascite è un modo per far sentire l’azienda come una grande famiglia e darsi degli obiettivi comuni. Non c’è cosa peggiore che sentirsi isolati o messi in disparte. Ho sempre pensato che responsabilità d’impresa è anche portare avanti chi è rimasto indietro».

Roberta Zivolo è un carro armato con l’anima, una battagliera donna del fare, uscita dalla periferia milanese per diventare imprenditrice: ha ribaltato il suo momentaneo destino di aiuto parrucchiera in centro città, in via Manzoni, studiando prima alle serali, poi sfacchinando per anni tra schede meccanografiche, software e organizzazione aziendale, ideando processi moderni e innovativi fino a dirigere un’azienda a sua immagine e somiglianza, solare, inclusiva, che punta sull’empatia e la solidarietà, capace di affermarsi nel settore dell’outsourcing e diventare Società Benefit. «Dare alle donne la possibilità di pensare a un figlio mentre lavorano — spiega — è stata una scelta convinta, nata da esperienze personali, quando nelle società di informatica facevano firmare una lettera di dimissioni in bianco…». Il patto non scritto suonava così: in caso di gravidanza, fuori.

Per anni alla «Progetto 2000 Group» la matematica è stata un’opinione. «Uno più uno fa tre, dicevo alle mie collaboratrici». E si festeggiava insieme il nuovo o la nuova nata: fiocco rosa o azzurro esposto come una bandiera sul portone d’ingresso dell’azienda. «Dal rispetto dei diritti nasce il rispetto dei doveri, la dedizione e la professionalità nel proprio lavoro — dice Roberta —. Ognuna delle mie collaboratrici sa di essere parte di un orizzonte più ampio, quello del ben vivere che riesce a conciliare carriera e serenità affettiva. Dopo quarant’anni posso testimoniare che la mia azienda rosa gode di ottima salute, e questo è avvenuto grazie alle donne».

Se le donne, come è probabile e anche auspicabile, saranno chiamate a salvare il mondo, Roberta ha già prenotato un posto. Con una nuova visionaria impresa chiamata San Cresci, un «eco-villaggio» solidale tra gli ulivi secolari dell’Appenino toscano: qui ha sostituito l’organizzazione dei business aziendali con la gestione partecipata dell’agricoltura che applica i principi della sostenibilità ambientale e sociale. Una democrazia della condivisione. Che comprende anche la possibilità di lavorare in smart working e accudire e istruire i figli nel verde della natura, lontano dai veleni dell’inquinamento. È un sogno, come lo è stato l’azienda rosa. E i sogni vanno sempre incentivati. Come i figli delle collaboratrici, che nel 2022 tornano a nascere.

Fonte: Corriere della Sera

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