C’è stato un periodo della storia in cui la Cia, la più importante agenzia spionistica statunitense, ha provato a sfruttare l’enorme intelligenza dei
C’è stato un periodo della storia in cui la Cia, la più importante agenzia spionistica statunitense, ha provato a sfruttare l’enorme intelligenza dei delfini per scopi di sabotaggio e raccolta informazioni. Curiosamente, come racconta Popular Mechanics, era il periodo del massimo successo del film (e poi telefilm) “Flipper”, ben noto anche in Italia a partire dal 1966, nel quale un delfino pattugliava una riserva marina in Florida dando una mano alla famiglia Ricks risolvere piccoli grandi misteri e in piena sintonia con gli esseri umani.
I dettagli di questo progetto, battezzato “Oxygas” e decollato proprio nel 1964 – stesso periodo del massimo successo di “Flipper”-, sono riemersi solo tre anni fa, quando è stato desecretato un certo gruppo di documenti. L’obiettivo era addestrare i delfini tursìopi, non a caso una delle rare specie di delfini che sopportano la cattività, il più studiato e il più comune nei delfinari, per collocare esplosivi sulle chiglie delle imbarcazioni nemiche infiltrandosi nei porti e negli approdi superprotetti.
Secondo i documenti, l’addestramento avrebbe coinvolto almeno due delfini selvatici catturati all’occorrenza. Il programma prevedeva di addestrare gli animali a infiltrarsi silenziosamente nelle baie e nei porti nemici, attaccare ordigni esplosivi agli scafi delle navi nemiche e poi tornare verso una barca di attesa, al largo di quegli stessi approdi. Nel novembre 1964 l’Ufficio di ricerca e sviluppo dell’U.S. Environmental Protection Agency sembrava ottimista sul successo e il Maritime Branch della Cia era molto interessato al lato per così dire pratico dell’uso dei delfini, mise anche a punto un’imbarcazione modificata per l’addestramento. Oltre a progettare un gran numero di possibili missioni per i cetacei addestrati, dagli attacchi a diversi tipi di navi al dislocamento di sonar e altri sensori di vario tipo, anche chimici e biologici e legati all’allora altissima tensione su una possibile guerra nucleare.
Eppure l’agenzia si scontrò presto con le difficoltà di un simile addestramento: diversi documenti testimoniano per esempio le preoccupazioni dell’Ufficio per la ricerca e lo sviluppo sul fatto che i delfini si affezionassero troppo ai loro addestratori, finendo così con l’ignorare i segnali e i comandi impartiti da altri operatori una volta sul campo. Di conseguenza, qualche anno dopo, nel 1967, Oxygen subì un cambio di strategia: i delfini avrebbero dato supporto alla raccolta di informazioni. Come? Per esempio recuperando oggetti e documenti lasciati in acqua dagli agenti segreti dislocati in varie parti del mondo, specialmente nei paesi ostili e nemici, per facilitare la trasmissione delle informazioni e il trasporto di prove e oggetti utili alle missioni sotto copertura. Eppure ci si rese conto che era molto difficile addestrare i delfini a nuotare per molte miglia, distanza necessaria a lasciarli partire verso le coste e al contempo a non permettere di rilevare le imbarcazioni di supporto, in acque non familiari.
Fu proprio in quel periodo che il progetto cominciò a essere abbandonato e nel giro di tre anni i fondi per quel programma furono azzerati. La Cia prese (fortunatamente) atto dei limiti dell’uso di animali addestrati, ma pur sempre selvatici, per compiti tanto rischiosi e delicati. Nel frattempo, tuttavia, la Marina ha continuato il proprio programma sui delfini, che ha sfruttato per individuare mine e altri ordigni esplosivi sottomarini, un programma che continua ancora oggi. “Forse è solo una coincidenza che il programma per uccidere gli umani sia fallito e il programma per salvare gli umani sia riuscito, ma se Flipper fosse stato un vero delfino, probabilmente avrebbe approvato” conclude Popular Mechanics.
Fonte: Esquire