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Banca Valsabbina, smart working e investimenti nel digitale

Per fronteggiare la seconda ondata di contagi, la sede bresciana di Banca Valsabbina adotta lo smart working per il 12,5% del personale. Ampliati inoltre gli uffici e potenziati gli strumenti digitali.

Banca Valsabbina, smart working e investimenti nel digitale

Il 12,5% del personale della sede di Banca Valsabbina in via XXV Aprile in smart working, l’acquisto di nuovi uffici a Brescia, l’ampliamento degli sp

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Il 12,5% del personale della sede di Banca Valsabbina in via XXV Aprile in smart working, l’acquisto di nuovi uffici a Brescia, l’ampliamento degli spazi a disposizione del personale nella sede di Vestone e il potenziamento dei canali digitali e dell’home banking. Queste le principali iniziative messe in campo da Banca Valsabbina per affrontare le restrizioni indicate negli ultimi Dpcm, per garantire la massima sicurezza del personale e dei clienti.

«Abbiamo superato la prima fase della crisi, ma non volevamo farci trovare impreparati di fronte a una eventuale recrudescenza dell’epidemia -, ha dichiarato Marco Bonetti, Condirettore Generale di Banca Valsabbina -. In estate abbiamo definito quali iniziative mettere in campo per limitare i rischi per i dipendenti, garantendo alle filiali di operare in sicurezza. Abbiamo quindi acquistato nuovi uffici e realizzato nuovi spazi per consentire un maggiore distanziamento dei dipendenti presenti in sede, oltre ad aver accelerato l’upgrade dei nostri canali digitali e dell’home banking, così da consentire ai clienti di operare da remoto con più facilità, riducendo spostamenti e contatti. Ma la crisi generata dalla diffusione del Coronavirus continua a mettere a dura prova sia le famiglie che le imprese. Per questo continuiamo a cercare nuove soluzioni per supportare il tessuto sociale e imprenditoriale del territorio, cercando in particolare di far fronte ai problemi di liquidità che si sono determinati».

Nel dettaglio, la Banca ha disposto lo smart working in blocco per molti dipendenti della sede di Brescia, pari al 12,5% del personale presente. Modalità già adottata in occasione del lockdown della scorsa primavera, quando lo smart working aveva interessato complessivamente 88 dipendenti (di cui 76 della struttura centrale, pari al 39,5% del personale operativo in sede).

La riduzione delle risorse in smart working è resa possibile anche dall’aumentata capacità degli uffici, grazie all’acquisto di nuovi spazi adiacenti la sede centrale di Brescia, per una superficie di 180 mq, che possono accogliere venti persone. A questo si aggiunge il potenziamento della sede legale di Vestone, dove le postazioni di lavoro sono passate da 33 a 70, per accogliere personale proveniente da diversi settori e servizi.

Questo per quanto riguarda la sicurezza del personale. In merito invece alle filiali, oltre a tutte le norme relative al distanziamento e all’utilizzo dei dispositivi di protezione, Banca Valsabbina sta ultimando l’aggiornamento e il potenziamento dei propri strumenti digitali – home banking e app – che a breve verranno messi a disposizione dei clienti.

«Come in primavera, l’attività della Banca e delle filiali è sempre garantita – ricorda Bonetti – ma ove possibile privilegiamo l’utilizzo degli strumenti da remoto. Pur avendo adottato tutte le misure e i dispositivi necessari ad assicurare la massima tutela della clientela e del personale, suggeriamo comunque ai nostri clienti di limitare l’accesso alle filiali ai casi di estrema necessità, eventualmente contattando la propria filiale per fissare un appuntamento telefonico».

Le iniziative della Banca dall’inizio dell’emergenza

Fin dai primi giorni dell’emergenza, all’inizio di marzo, Banca Valsabbina aveva aderito alla moratoria Abi per le PMI, estendendola anche ai liberi professionisti che avevano registrato una riduzione significativa del fatturato.

Recependo le disposizioni del Decreto Cura Italia, aveva poi concesso alle imprese clienti la sottoscrizione del Mutuo Serenità e consentito l’accesso al piano per l’anticipo dei crediti verso la PA anche alle imprese che nel corso dell’emergenza avevano siglato contratti di fornitura con aziende sanitarie territoriali, ospedali o con la Protezione Civile.

A metà maggio era stato invece istituito il Mutuo Light AGRI, riservato alle aziende clienti in possesso della qualifica di “azienda agricola”. Recependo le disposizioni del Decreto Cura Italia, aveva inoltre offerto alle imprese la possibilità di sottoscrivere il Mutuo Serenità, per finanziamenti a partire da 25mila euro con durata di 72 mesi.

Alle aziende e agli studi professionali era stata poi concessa la possibilità di sottoscrivere una polizza ad hoc per tutelare i dipendenti dai rischi legati alla diffusione del Coronavirus, in seguito perfezionata per consentire a un numero ancora più ampio di imprese di garantire una copertura assicurativa a dipendenti e collaboratori.

Fonte : daily.veronanetwork.it

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