Una stima in linea con le attese della lobby delle banche, l’Abi, il cui direttore generale Giovanni Sabatini non ha negato l’incremento in arrivo per la “grave crisi economica, conseguenza della pandemia, i cui effetti sono da determinare”. E che arriva dopo che negli anni della grande crisi si è lavorato a ciclo continuo per ridurre l’accumulo di crediti deteriorati: secondo Bankitalia dal 2016 a fine anno il sistema bancario italiano si sarà liberato di un totale di 170 miliardi di euro, circa 20 miliardi dei quali relativi al 2020.

Quanto alle stime di Banca Ifis, il tasso di deterioramento dei crediti salirà dall’1,3% del 2020 al 2,8% del 2021, mentre il rapporto tra Npe (l’insieme dei crediti deteriorati, che comprende le sofferenze, gli incagli e i crediti scaduti) e il totale dei crediti erogati salirà dall’attuale 6,2% al 7,3% del 2021. Per Colombini “l’onda si sta gonfiando, ma Venezia non è ancora allagata. L’acqua alta – ha detto – arriverà l’anno prossimo, quando il default rate sarà raddoppiato”.