Tecnicamente nulla impedisce di sintetizzare in laboratorio l’H2O, che tra l’altro può essere ottenuta in molti modi, sia per sintesi tra i suoi d
Tecnicamente nulla impedisce di sintetizzare in laboratorio l’H2O, che tra l’altro può essere ottenuta in molti modi, sia per sintesi tra i suoi due elementi costitutivi sia per scomposizione partendo da composti più complessi che li contengono.
Per esempio partendo dai suoi componenti (H2 e O2) in particolari condizioni di temperatura e pressione. Inoltre quasi tutte le reazioni di combustione producono acqua, soprattutto dagli idrocarburi e dal metano (CH4). Da quest’ultimo si ottiene acqua con la reazione CH4+2O2= CO2+2H2O. Questo è tra l’altro uno dei meccanismi alla base dell’inquinamento atmosferico e del famoso “effetto serra”.
Similmente si può ottenere anche dall’ elettrolisi dell’acqua stessa, oppure facendo reagire un acido con una base o ancora bruciando dell’idrogeno: il prodotto della reazione tra l’idrogeno e l’ossigeno dell’atmosfera (oltre al calore) è proprio l’acqua.
Allora perché non si utilizza qualcuna di queste tecniche per produrre, ad esempio, acqua potabile in luoghi dove questa scarseggia?
Perché è spesso pericoloso (dal momento che mettere insieme due elementi infiammabili ed esplosivi come idrogeno e ossigeno è una faccenda piuttosto delicata), antieconomico e soprattutto se ne possono produrre pochissime molecole alla volta per cm3 (e per fare una goccia d’acqua servono miliardi di molecole). Oltre al fatto che reperire idrogeno sulla Terra è piuttosto complesso, a meno che non lo si estragga…dall’acqua!
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