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Trump sospende i dazi per l’Europa

Trump sospende i dazi per l’Europa

Donald Trump ha sospeso temporaneamente i dazi sull'import di acciaio ed alluminio, che avrebbero dovuto entrare in vigore domani, per l'Europa ed alt

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Donald Trump ha sospeso temporaneamente i dazi sull’import di acciaio ed alluminio, che avrebbero dovuto entrare in vigore domani, per l’Europa ed altri Paesi alleati degli Usa, dopo un lungo braccio di ferro e febbrili negoziati tra le due sponde dell’Atlantico, con minacce di ritorsioni e un ruolo di primo piano del presidente francese Emmanuel Macron, il leader europeo con cui Trump ha più chimica. L’annuncio è stato dato quasi in sordina dal rappresentante Usa per il Commercio internazionale Robert Lighthizer, che durante un’audizione parlamentare ha fornito la lista degli alleati ai quali gli Stati Uniti per il momento non applicheranno i dazi: oltre a Messico, Canada ed Australia, già anticipati nei giorni scorsi, Europa, Brasile, Argentina e Corea del Sud. Spicca l’assenza dell’India.

Trump però non ha risparmiato Pechino, bastonandola anche con un pacchetto di ulteriori dazi e sanzioni per 60 miliardi di dollari su vari prodotti, dall’aerospaziale ai macchinari, e con una restrizione degli investimenti cinesi nel settore tecnologico americano. Trump ha accusato la Cina di essere coinvolta in un “enorme furto di proprietà intellettuale” e di praticare misure restrittive verso le società Usa, costringendole a cedere il know how o facendo shopping in settori strategici chiave, come emerso da un’indagine dello stesso Lighthizer in base al Trade act del 1974. Comportamenti che fanno perdere “centinaia di miliardi di dollari alle nostre aziende” e “migliaia di posti di lavoro”, influendo negativamente su un deficit commerciale di 800 miliardi di dollari, di cui 500 rappresentati dalla Cina. Ecco quindi dazi e sanzioni, che colpiranno circa 100 categorie merceologiche, dalle calzature all’elettronica. In particolare l’amministrazione Trump proporrà di aumentare del 25% le tariffe su certi prodotti che sono sostenuti da Pechino con politiche industriali ritenute scorrette: i settori interessati includono l’aerospaziale, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché i macchinari. Giro di vite anche sugli investimenti finanziari cinesi nella tecnologia Usa. Pechino ha già promesso di reagire, probabilmente colpendo i prodotti agricoli made in Usa, alimentando così una guerra commerciale che sta deprimendo i mercati: Wall Street è precipitata con il Dow Jones che ha lasciato sul terreno il 3%, mentre il presidente della Bce Mario Draghi ha avvertito sui rischi dei venti protezionistici per la crescita.

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