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Brexit tra costi e limiti. Perché Londra non può reggere l’urto

“L’attuale modello operativo globale per il confine UE-GB non è sostenibile, e occorre molto più lavoro per mettere in atto un modello operativo stabile”

Brexit tra costi e limiti. Perché Londra non può reggere l’urto

Il National Audit Office (NAO), l’organismo di vigilanza sulla spesa pubblica indipendente del Regno Unito, ha concluso che “L’attuale modello operati

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Il National Audit Office (NAO), l’organismo di vigilanza sulla spesa pubblica indipendente del Regno Unito, ha concluso che “L’attuale modello operativo per il confine UE-GB non è sostenibile”.

In un comunicato stampa che accompagna il suo nuovo rapporto intitolato “The UK border: Post UK-EU transition period“, la NAO ha affermato che è l’accordo è stato un “risultato significativo” e che insieme, il governo, i dipartimenti e le aziende  “hanno fornito la capacità operativa iniziale necessaria al confine GB-UE”.

Tuttavia, la NAO ha aggiunto che “questa capacità è stata ottenuta in parte utilizzando misure temporanee, come ritardare l’imposizione di controlli sulle importazioni e fornire sostegno finanziario diretto alle imprese per aiutarle a continuare a commerciare”.

La NAO ha poi etichettato l’attuale modello operativo per il confine UE-GB come insostenibile:

“L’attuale modello operativo globale per il confine UE-GB non è sostenibile, e occorre molto più lavoro per mettere in atto un modello operativo stabile che elimini qualsiasi rischio da parte dei partner commerciali, non richieda alcun supporto temporaneo e abbia chiarezza e facilità d’uso per gli utenti frontalieri”.

Per quanto riguarda l’Irlanda del Nord, la NAO ha concluso che il calendario per arrivare alla fine del periodo di tolleranza non è realistico: “Per quanto riguarda l’Irlanda del Nord, gli accordi che il governo del Regno Unito ha messo in atto per aiutare a facilitare il commercio in Irlanda del Nord dalla Gran Bretagna sono stati utili. Tuttavia, era molto improbabile che tutti i sistemi, le infrastrutture e le risorse avrebbero potuto essere messi in atto per attuare il Protocollo quando in vista della cessazione del periodo di tolleranza, scaduto il ​​1° ottobre 2021″.

In una sintesi che accompagna il rapporto, la NAO ha anche evidenziato quanto denaro pubblico sia stato speso per attuare i nuovi accordi di frontiera.

Secondo il rapporto, il solo conto per le infrastrutture è attualmente di 470 milioni di sterline. Oltre a quanto sopra, sono stati spesi ulteriori 113 milioni di sterline per il sostegno finanziario alle industrie e ai settori interessati dalla fine del periodo di transizione in Gran Bretagna.

E non finisce qui, dato che quasi 500 milioni di sterline di finanziamenti del governo del Regno Unito sono stati messi a disposizione per sostenere le imprese che commerciano nell’Irlanda del Nord.

Inoltre, lo stesso documento evidenzia il fatto che c’è stata una diminuzione del 23% del commercio totale di merci del Regno Unito con i paesi dell’UE confrontando il primo trimestre 2021 con il quarto trimestre 2020 (i flussi commerciali Regno Unito-UE sono stati influenzati sia dall’uscita dall’UE che dal COVID- 19).

Nei primi 6 mesi dei nuovi accordi commerciali, secondo la NAO è stato necessario elaborare ben 140.000 certificati sanitari per l’esportazione, mentre 48 milioni di dichiarazioni doganali complete o semplificate sono state presentate dalle aziende ai funzionari di HM Revenue & Customs durante il periodo tra gennaio e agosto 2021.

Fonte: Shipmag.it

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