HomeMercato finanziario

L’ eterna lotta tra ETF e Fondi attivi, chi vincerà? Per capirlo va guardato il rendimento al netto dei costi

L’ eterna lotta tra ETF e Fondi attivi, chi vincerà? Per capirlo va guardato il rendimento al netto dei costi

Gestione attiva contro fondi indicizzati: è un vecchio dibattito, ma ci sono alcuni dati interessanti nell’ultimo report SPIVA che secondo Richard Fla

ETF VIX: cosa sono e come funzionano
ETF: cosa sono e come investire
Lanciato oggi il VanEck Bitcoin Strategy ETF

Gestione attiva contro fondi indicizzati: è un vecchio dibattito, ma ci sono alcuni dati interessanti nell’ultimo report SPIVA che secondo Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, vale la pena considerare. SPIVA sta per S&P Indexes Versus Active Funds, una ricerca di S&P che esamina le prestazioni dei fondi comuni di investimento rispetto ai benchmark. Il dato shock è che negli Stati Uniti solo il 33% dei gestori di grandi capitali ha sovraperformato l’S&P 500 nei tre anni fino al 30 giugno 2021. In Europa, solo il 28% dei gestori azionari ha sovraperformato l’indice S&P Europe 350. In generale, più aumenta l’orizzonte temporale, meno sono i fondi attivi che battono l’indice.

Secondo Moneyfarm, questi dati sono significativi, ma non sono particolarmente nuovi e la tendenza verso i prodotti passivi nell’ultimo decennio suggerisce che gli investitori ne siano in qualche modo consapevoli. La tabella seguente mostra la percentuale di fondi in sterline che hanno sottoperformato il loro benchmark.

La storia è la stessa per le azioni europee, le azioni globali, gli Stati Uniti e i mercati emergenti: i fondi comuni di investimento hanno avuto difficoltà. Nel Regno Unito, tuttavia, i fondi comuni di investimento sono andati relativamente bene negli ultimi cinque anni, con circa il 60% di essi che hanno sovraperformato l’indice S&P UK.

Il tema della continuità

L’ultimo rapporto di SPIVA sulle azioni statunitensi ha alcune cose interessanti da dire sulla probabilità che un fondo con una performance forte continui a fare bene. Il grafico seguente elaborato da Moneyfarm illustra le difficoltà. Sostanzialmente suggerisce che una discreta percentuale dei fondi migliori (top 25%) di fine giugno 2019 ha continuato a guidare la classifica nei successivi 12 mesi (53,6% di essi), ma solo il 4,8% di loro era tra i migliori fondi anche nel terzo anno.

Per le azioni statunitensi a grande capitalizzazione (misurate rispetto all’S&P 500) solo il 12% dei fondi ha sovraperformato per tre anni consecutivi (al giugno 2019, 2020, 2021). Un manager attivo potrebbe ragionevolmente sostenere che non si aspetta di sovraperformare ogni anno, la performance a lungo termine è ciò che conta. È giusto, ma i risultati a lungo termine non sono particolarmente lusinghieri.

La selezione di un ETF implica una scelta attiva

Moneyfarm precisa “il dibattito tra attivo e passivo ci sembra leggermente sopravvalutato, poiché, in definitiva, ciò che conta è il rendimento che i clienti ricevono dopo tutte le commissioni (il rendimento netto), sia esso generato attraverso fondi o ETF. Più interessante è la distinzione tra alternative ad alto costo e alternative a basso costo, poiché i costi sono indubbiamente una componente fondamentale dell’investimento. Detto questo, per la maggior parte degli investitori, i prodotti a gestione attiva generalmente hanno commissioni più alte rispetto alle alternative passive, ma ciò non significa scartare a priori i prodotti gestiti attivamente. In secondo luogo, la maggior parte degli investimenti implica comunque una scelta attiva, persino la selezione di un ETF, il prodotto passivo per antonomasia. La selezione delle azioni (o, più tecnicamente, l’assunzione di rischi idiosincratici) non è l’unico modo per esprimere una visione attiva sui mercati finanziari”.

Per quanto riguarda il report SPIVA, Moneyfarm conclude “i dati suggeriscono che l’indice nella maggior parte delle regioni azionarie fa meglio della maggior parte dei fondi attivi nel medio-lungo termine; in secondo luogo, è difficile sovraperformare costantemente un indice, al netto delle commissioni, così come è piuttosto difficile selezionare manager in grado di farlo”.

Fonte: Finanzaonline.it

Commenti