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SEDUTA DI TRANSIZIONE PER I MERCATI VALUTARI

SEDUTA DI TRANSIZIONE PER I MERCATI VALUTARI

Privi del traino degli investitori americani, ieri i mercati valutari, inevitabilmente più sottili, hanno sperimentato una seduta di transizione,

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Privi del traino degli investitori americani, ieri i mercati valutari, inevitabilmente più sottili, hanno sperimentato una seduta di transizione, che ha spostato davvero pochi elementi rispetto al quadro preesistente. I principali rapporti valutari sono quindi complessivamente risultati poco mossi, come se ancora mancasse una direzione chiara da seguire, all’indomani dello shock della Brexit e del picco di volatilità immediatamente seguito ad un evento così traumatico.

 

Anche il mercato delle materie prime si è uniformato ieri a questo scenario così conservativo, lasciando il prezzo del greggio WTI intorno ai 49 dollari per barile e comunque ampiamente entro il range 45-50 dollari che ha dominato nelle ultime due settimane. Il cross eurodollaro ha quindi percorso uno stretto range, ricompreso a grandi linee tra 1.11 e 1.1150: la moneta unica è stata frenata ieri dal deterioramento del clima di fiducia nell’economia europea segnalato dall’indice Sentix, repentinamente caduto – ben oltre le attese medie del consenso – ai minimi dall’inizio del 2015.

 

Sull’andamento del tasso di cambio pesa, inoltre, l’attesa per gli importantissimi dati sul mercato del lavoro USA che verranno diffusi il prossimo venerdì, ai quali spetta il gravoso compito di smentire le indicazioni di rallentamento dell’occupazione suggerite dalle deboli statistiche di maggio.

 

L’incertezza sta evidentemente penalizzando l’assunzione di posizioni significativamente direzionali. Piuttosto stabile anche la sterlina, sulla quale tuttavia residue pressioni ribassiste hanno prodotto l’ennesimo test di quota 0.84 contro euro, mentre il cross contro dollaro è rimasto quasi invariato, intorno a 0.7540, sempre vicino ai minimi degli ultimi trentuno anni per la moneta britannica.

 

Il cross euro-yen giapponese, intanto, ha confermato il graduale esaurimento della spinta propulsiva che nelle giornate precedenti aveva favorito il ritorno in area 115 rispetto all’euro.

 

fonte  Finanzaeinvestimenti.it

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