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Coriandolo: da Anseme nuove opportunità di reddito

Coriandolo: da Anseme nuove opportunità di reddito

Sei in cerca di una nuova coltura per fare reddito? Anseme ti propone ilcoriandolo da seme. Conosciuta in tutto il mondo, l'azienda cesenate è leader

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seme-coriandolo-new1Sei in cerca di una nuova coltura per fare reddito? Anseme ti propone ilcoriandolo da seme. Conosciuta in tutto il mondo, l’azienda cesenate è leader in Italia nel settore delle produzioni di sementi. L’azienda è stata fondata nel 1952 e dal 1977 è gestita dalla famiglia Urbini.

Con lievi variazioni annuali Anseme produce annualmente circa 18 mila tonnellate di semi di ortaggi ibridi e standard, che l’azienda esporta in oltre 50 Paesi diversi. La superficie totale è di 18 mila ettari di terreno ed i coltivatori coinvolti sono oltre 1.500.

“Sono molti anni che produciamo coriandolo da seme – spiega Maurizio Bertozzi, production manager di Anseme -. Le Regioni in cui stiamo investendo sono Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Marche, Puglia, Umbria, Abruzzo, Molise, Veneto, Toscana e Lazio. In questo momento la sostenuta domanda dei mercati internazionali ci permette di programmare un significativo aumento delle superfici da coltivare per il raccolto 2016″.

“Diversi sono i motivi per cui sceglierlo. Per prima cosa è una coltura innovativa e di prospettiva. Crediamo sia un’interessante opportunità di reddito da cogliere, del tutto competitiva rispetto alle cerealicole ed alle oleaginose. Poi si coltiva su contratto, con prezzo prefissato prima della semina: si elimina così il rischio legato all’andamento oscillante tipico delle commodity. Ed il seme ve lo forniamo noi gratuitamente. In questo modo l’agricoltore si deve concentrare solo sulla produzione.

La coltura è adatta ad inserirsi senza problemi nelle rotazioni, evitando così il ristoppio dei cereali: un’importante differenziazione colturale ma anche una possibilità di rinnovamento del terreno. E’ inoltre riconosciuta dalla Pace quindi coltivandola possono essere richiesti aiuti economici. E’ molto rustica, resistente a parassiti e fitopatie. Ben si adatta a diversi terreni e diversi areali. Il ciclo colturale è breve, con semina da febbraio a marzo e raccolta a luglio-agosto. La tecnica di coltivazione è particolarmente semplice e l’impatto ambientale è minimo.

E’ totalmente meccanizzata e le macchine che vengono usate sono le stesse per il frumento. I costi di coltivazione sono contenuti. Non necessita d’irrigazione, disinfestazione del terreno o trattamenti fitosanitari. Un altro vantaggio ambientale è legato al disinteresse della fauna selvatica verso questa coltura, in quanto risulta particolarmente sgradevole all’olfatto di cinghiali ed ungulati”.

fonte AgroNotizie

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