La fretta con la quale la fuga del Re si realizzò, comportò l'assenza di ogni ordine e disposizione in ispecie per le truppe e agli apparati dello Sta
La fretta con la quale la fuga del Re si realizzò, comportò l’assenza di ogni ordine e disposizione in ispecie per le truppe e agli apparati dello Stato cosa che invece sarebbe stata utile a fronteggiare le conseguenze dell’Armistizio, pregiudicando così gravemente l’esistenza stessa di questi nei convulsi eventi bellici delle 72 ore successive.
L’Italia fu abbandonata a se stessa!
Le forze di terra italiane, abbandonate senza ordini e piani precisi, non furono in grado di opporre un’efficace e coordinata resistenza alla ovvia e prevedibile reazione tedesca, disintegrandosi nel volgere di poche decine di ore e finendo in larga parte preda dei tedeschi stessi!
Si discute ancora molto tra gli storici se il Re, fuggendo a Sud, abbia comunque garantito la “continuità” dello Stato. Ma il fatto incontrovertibile è che durante il viaggio da Roma a Ortona e, quindi, Brindisi, il Re, Comandante in capo dell’Esercito, non organizzò alcun comando militare mobile e neppure vennero tenuti i contatti con i comandi militari dei vari fronti di guerra. Per questo motivo, durante il giorno dell’armistizio e quelli immediatamente successivi, i comandi militari si trovarono senza uno Stato Maggiore Generale a cui fare riferimento….
Fonte: Linkedin
A cura di Paola Bergamo