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Inflazione: gli effetti sulla liquidità

Inflazione: gli effetti sulla liquidità

Durante la pandemia e i vari lockdown imposti per tentare di contrastare i contagi da Covid-19, gli italiani hanno risparmiato parecchio registrando s

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Durante la pandemia e i vari lockdown imposti per tentare di contrastare i contagi da Covid-19, gli italiani hanno risparmiato parecchio registrando sui conti correnti  conti correnti liquidità record per quasi 2.000 miliardi di euro, quasi quanto l’intero Pil. Ma questa, non è una buona notizia visto che testimonia una bassa attitudine  molto inferiore rispetto ad altri Paesi occidentali.Tassi negativi e crescita diffusa e perseverante dei prezzi (è notizia recente che l’inflazione ha raggiunto livelli record, superando l’obiettivo del 2% fissato dalla Bce) nel tempo intaccano il potere d’acquisto dei risparmi che, sebbene mantengano lo stesso valore nominale, perdono quello reale. L’unico modo per difendersi dalla forza erosiva dell’inflazione è quello di mettere in moto i risparmi. Sebbene l’esito di un qualsiasi investimento non sia mai prevedibile, ciò che è certo è che l’inflazione non risparmierà nessun capitale. Pochissimi sono rimasti oramai ad assecondare la tesi della temporaneità. L’inflazione è tornata ed è destinata a rimanere per un pò.. In Italia l’indice dei prezzi è volato al 6,7% annuo al disotto dell’area euro ed agli USA dove ha superato un picco da 40 anni. Per parecchi anni ci siamo assuefatti a prezzi apatici nonostante le forti iniezioni di liquidità da parte delle banche centrali. L’avvento del Covid ha avviato il corto circuito dei prezzi tra auspicata ripresa, carenza di offerta, decelerazione delle forniture e investimenti energetici fermi. Una situazione aggravata dalla guerra tra Russia e Ucraina. Come sopra riportato, in Italia sui depositi dei privati nelle banche ci sono 1,831 miliardi. Facendo due conti, se l’inflazione si stabilizzasse al 6% per un anno significa di fatto ‘polverizzare’ circa 100 mld di euro in termini di minore potere d’acquisto; e la scarsa remunerazione della liquidità non può assolutamente competere con l’inflazione attuale. Rimanere liquidi rappresenta oramai un costo e questa condizione potrebbe perdurare Per preservare il proprio potere d’acquisto è indispensabile investire allungando l’orizzonte temporale da breve a medio-lungo termine. accollandosi dei rischi di volatilità. Occorre esaminare accuratamente la propria situazione finanziaria riducendo al minimo la liquidità destinando ad una logica di investimento quanto sinora accantonato per far fronte ad eventuali imprevisti. Una quota di portafoglio può poi rimanere  liquido in chiave prudenziale per sfruttare le occasioni che potranno presentarsi. Per il resto un portafoglio ben diversificato tra asset class ( bond, azioni, commodity) può permettere di approfittare delle dinamiche dei mercati minimizzando  i rischi consci che approssimativamente almeno un orizzonte temporale di 36 mesi è indispensabile per una strategia finanziaria.

a cura dott. Francesco Megna – Referente Commerciale Banca

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