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Great resignation o great motivation?

Great resignation o great motivation?

I grandi gruppi industriali stanno definendo nuove architetture organizzative necessarie ad affrontare un futuro sempre più complesso. Tutti hanno ben

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I grandi gruppi industriali stanno definendo nuove architetture organizzative necessarie ad affrontare un futuro sempre più complesso. Tutti hanno ben presente la necessità di una più forte, sentita e vera unione con le risorse interne e con gli utilizzatori finali, sia che si tratti di servizi o di prodotti. Si accelera nel gestire le relazioni interpersonali attraverso la rete digitale, ma è giunto il momento di riflettere se e in che modo tutto questo possa garantire efficienza e reale innovazione. Dobbiamo ammettere, però, che qualcosa non sta più funzionando. Ne è la prova, ad esempio, il fenomeno delle great resignation  (grandi dimissioni), valutato come pericolo incombente negli Usa già nel 2021, che si sta ormai allargando in tutto il mondo. Molto si sta trasformando e l’individuo è l’artefice principale di questa mutazione globale.

Come riuscire a mantenere uno stato di motivazione all’interno delle strutture, affinché tutto possa evolversi con piena soddisfazione da parte dei partecipanti, sarà la grande sfida dei prossimi anni. Un ruolo determinante lo giocheranno gli adeguamenti retributivi ma da soli, ormai è provato, non saranno più sufficienti. Le persone, i giovani soprattutto, necessitano di molti più stimoli per aderire con volontà e continuità al cosiddetto “progetto”. Qualsiasi esso sia…

Essere e sentirsi parte fondamentale di un’organizzazione non significa esclusivamente occupare una casella dell’organigramma aziendale, bensì recepire quanto il proprio “dedicarsi” sia considerato e necessario alla causa comune. Deve essere chiaro, però, che non sarà sufficiente partecipare in modo banale alle attività per ritenersi valutati come persone di riferimento.

Anche nel lavoro, come nella vita, accompagnarsi a individui che garantiscano sensibilità e coinvolgimento, unitamente a competenza e passione per le proprie attività, rimarrà sempre il miglior antidoto alla freddezza analitica, critica e fine a se stessa. La critica è accettabile se accompagnata dalla volontà, dalla determinazione e – soprattutto – dalla capacità orientata a cambiare le aree di inefficienza.
Siamo tutti consapevoli poi della necessità di fare, senza però dimenticarci di aiutare e ascoltare i nostri collaboratori al fine di comprendere se e come “la nostra spedizione”, in mezzo a mille difficoltà, stia percorrendo la strada migliore. Soprattutto sarebbe necessario individuare come attivarsi affinché le menti più creative possano collaborare ai nuovi progetti.

Come si potrà sfidare il futuro, se non attraverso logiche nuove? Insomma, sarà fondamentale la scelta dei “compagni di cordata”, rammentando che sono le persone a garantire i valori aziendali e non il contrario. Si stanno aprendo nuovi scenari e possibilità interessanti nonostante i venti di guerra e le ovvie momentanee incertezze. Tutti ci auguriamo che il dialogo, la comprensione e la capacità di trasferire le esperienze costruiscano una nuova piattaforma umana sulla quale innestare e sviluppare il futuro della propria impresa. Se così fosse, non si parlerebbe più di great resignation, ma tutt’al più di great motivation !

Fonte: Businesspeople.it

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