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Scalapay unicorno italiano: ottiene un finanziamento da 497 milioni di dollari

Scalapay unicorno italiano: ottiene un finanziamento da 497 milioni di dollari

L’Italia ha un nuovo unicorno. Scalapay, la startup del “Buy now pay later”, che lo scorso settembre aveva già raccolto 200 milioni di dollari in un r

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L’Italia ha un nuovo unicorno. Scalapay, la startup del “Buy now pay later”, che lo scorso settembre aveva già raccolto 200 milioni di dollari in un round guidato dall’americana Tiger Global, annuncia oggi di aver raccolto 497 milioni di dollari di investimenti Series B, il maggior investimento di sempre in una startup italiana. Il round è capitanato da Tencent e Willoughby Capital, con la partecipazione di Tiger Global, Gangwal, Moore Capital, Deimos e Fasanara Capital.

Così Scalapay acquisisce un valore che va ben oltre il miliardo e diventa il terzo unicorno (imprese innovative che superano il valore del miliardo di dollari) italiano, dopo Yoox e Depop, entrambi ceduti a società straniere.

Ma come si cresce esponenzialmente in poco più di due anni? E come si attirano investor del calibro di Tencent? «Dopo un round con Tiger Capital, uno degli investor più quotati attualmente, che ha deciso di investire di nuovo anche a pochi mesi dal round precedente, abbiamo attirato l’attenzione di altri Big come Tencent», racconta il co-fondatore Simone Mancini. «Già a meno di un anno dalla nascita altre società ci avevano proposto una acquisizione – aggiunge -. Tiger Capital ci ha spronati ad andare avanti e cercare nuovi capitali».
Cosa fa Scalapay, il nuovo unicorno italiano

Con ottomila brand partner, tra cui Moschino, Alberta Ferretti, Msgm, Luisa Spagnoli, Decathlon, Intimissimi, Calzedonia e VeraLab, Scalapay è il leader italiano dei pagamenti Buy now, pay later, “Compra ora, paghi dopo”, che consiste in un “finanziamento” a breve termine, in tre o quattro rate e senza tassi, per acquistare oggetti su siti di e-commerce. Il servizio è totalmente gratuito per il cliente finale ed è finanziato da una commissione applicata ai retailer a cui Scalapay salda immediatamente l’importo.

La storia di Mancini e Mitrevski

fondare Scalapay sono stati nel 2019 Simone Mancini e Johnny Mitrevski, a cui si sono aggiunti nelle fasi inziali Raffaele Terrone, Daniele Tessari e Mirco Mattevi. “Io e Johnny – racconta Mancini – lavoriamo insieme da sette anni e alle spalle abbiamo tre esperienze di fallimento, da cui abbiamo imparato moltissimo”. Fallire per imparare. Rinascere dalle ceneri: la cultura del fallimento è fortemente radicata nel mondo delle startup all’estero, in particolare nei paesi anglosassoni. Ed effettivamente l’idea di Scalapay è nata in Australia, dove Simone Mancini e Johnny Mitrevski vivevano da anni. Mancini, infatti, si è trasferito in Australia con la famiglia quando era un bambino. Classe 1987, figlio di due missionari laici originari di Empoli, quinto di sette figli, è rientrato in Italia qualche anno fa per fondare Scalapay: “Ho 6 fratelli e sorelle e sono sempre stato la “pecora nera”: così ho potuto fallire molte volte perché nessuno si aspettava altro da me, una vera benedizione!”

Il vantaggio dell’Austrlia

Essere in Australia ha certamente contribuito anche dal punto di vista strategico e degli investimenti: «Nel primo round abbiamo avuto gli angel investor giusti: i fondatori di una società australiana che si occupava di ‘Buy now, pay later’, che ci hanno insegnato moltissimo. Inoltre siamo nati al momento giusto: la pandemia ha visto un boom dell’e-commerce da parte retail, senza saperlo abbiamo scelto il timing perfetto».

Il futuro: come useranno i soldi

Come verranno utilizzati i fondi raccolti? Il maxi investimento consoliderà la presenza di Scalapay in Italia: “Oggi abbiamo 200 dipendenti, di cui la metà sono a Milano – aggiunge il co-fondatore –. Il team di sviluppo era a Sidney, ma ora ne abbiamo aperto uno anche in Italia; entro settembre arriveremo a 200 persone in Italia, di cui molti developer, designer e product manager, ma antro fine anno arriveremo a 400 dipendenti a Milano”. Scalapay è pronta anche per una politica di acquisizioni, per strategiche per acquisire know how tecnico o espandersi in nuovi mercati europei.

Vivere sopra le proprie possibilità?

L’obiettivo di Scalapay è di superare le polemiche nate sul “Buy now pay later” che, soprattutto Oltreoceano, è tacciato di essere responsabile di una possibile nuova ondata di indebitamento dei consumatori americani: «Scalapay non è usato per vivere oltre le proprie possibilità – aggiunge – ma trasforma in qualcosa di meno spiacevole una delle parti più faticose dell’esperienza di shopping, il pagamento, quelle poche volte che ci si vuole togliere uno sfizio e fare shopping».

Servizi per banche e e-commerce

Scalapay non vuole sostituirsi alle banche o ai siti di e-commerce, ma offrire loro e agli utenti un servizio di pagamento più comodo e veloce: «Con la nuova soluzione Magic, che stiamo già sperimentando in Italia con un centinaio di e-commerce, aiutiamo i merchant europei a trasformare il checkout, facendo crescere il network di clienti e offrendo esperienze di acquisto ripetute che generano notevoli aumenti della conversione». Il servizio toglie all’utente la parte “lunga e noiosa” dell’esperienza di pagamento: la registrazione. Una volta fatta su un sito che utilizza Scalapay, non è necessario ripeterla negli altri.
«I nostri competitor cercano tutti di creare una super app di pagamento, noi non vogliamo disintermediare il merchant ma dargli strumenti – conclude Mancini -. Se guardiamo al futuro dell’e-commerce la maggior parte degli acquisti si sposteranno da classiche piattaforme di e-commerce a social network o piattaforme di enternteiment come Netflix, dove spendiamo il 70% del nostro tempo. Quello che manca è l’infrastruttura che collega il pagamento locale e queste piattaforme: noi la stiamo studiando e la lanceremo presto».

Fonte: Corriere.it

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