Per gentile concessione del Nuovogiornalenazionale.it La guerra in Ucraina è una guerra tra Usa e Russia giocata sulla pelle degli ucraini e giocat
Per gentile concessione del Nuovogiornalenazionale.it
La guerra in Ucraina è una guerra tra Usa e Russia giocata sulla pelle degli ucraini e giocata in modo osceno sul piano propagandistico, con le sceneggiate di Zelensky nei vari festival, mentre c’è già chi pensa al business della ricostruzione e a come sfruttare le risorse del Donbass, ammesso, e non concesso, che gli Usa riescano a riconquistare i territori invasi da Putin.
Mentre si consente ai membri della classe dirigente (si fa per dire) di Zelensky di rubare sulla pelle degli ucraini mandati al massacro (secondo alcune fonti ne sarebbero già morti al fronte circa 160 mila), c’è chi pensa a rubare le risorse dell’Ucraina nel dopoguerra, ossia dopo una fine del conflitto che non si annuncia vicina.
L’Ucraina, se non sarà occupata da Putin, lo sarà dalle potenze finanziarie occidentali, in primis quelle Usa, poiché dei destini del popolo ucraino non importa nulla a nessuno, al di là della propaganda.
Ospitare al Festival di san Remo Zelensky serve solo ad aumentare lo share. La coscienza è altrove.
Cosa saggia sarebbe chiudere la partita con gli show e guardare in faccia alla cruda realtà.
Il gioco delle finzioni è fatto per intontire le masse.
Sholz invierà i Leopard depotenziati, ma solo a marzo o aprile.
Biden, ammesso che ne abbia conoscenza, dato il suo stato di annebbiamento, promette carri armati che dovranno essere costruiti con una tempistica di un anno.
Comunque vada, una cinquantina di carri armati non cambierà di una virgola le sorti della guerra.
Nel frattempo la Russia, conquistando Soledar, a 15 chilometri da Bakhmut, ritenuta strategica per chiudere al vicenda del Donbass, fa capire che rimandarla a casa sarà difficile, se non impossibile.
La ricostruzione movimenterà una massa enorme di dollari e di euro. Chi arriva prima fa manbassa.
Il Donbass è pieno di uranio, di litio e di altri minerali e di terre rare, quali: cobalto, cromo, tantali, niobio, berillio, zirconio, scandio, molibdeno.
Nella regione ci sono il 10 per cento delle riserve mondiali di ferro, il 6% di quelle di titanio e il 20 per cento di quelle di grafite.
Il Donbass è il settimo produttore mondiale di carbone e il 92% del carbone dell’Ucraina si trova nell’area oggi controllata dai russi.
La partita, come al solito, ha ben poco a che fare con il diritto dei popoli, con la democrazia contro la dittatura e via discorrendo.
E allora piantiamola di raccontare fandonie, di offrire a Zelensky festival dove fare propaganda. Mettiamo in ordine i numeri, compresi quelli delle forze in campo.
Nel frattempo a perdere la guerra sono già state la Germania e l’Unione Europea a trazione tedesca, offuscata nella mente dalla politica green e guidata da una leadership di incapaci.
Quando finirà la guerra non è dato sapere, ma per ora gli unici perdenti e disastrati sono gli europei e gli unici massacrati sono gli ucraini. I forzieri del business sono già pronti a riempirsi.
A cura di Silvano Danesi