Prepariamoci: adesso possono aprirsi le danze sul fronte orientale. Adesso può davvero iniziare il riassetto dell’Europa. La visita a Mosca del minist
Prepariamoci: adesso possono aprirsi le danze sul fronte orientale. Adesso può davvero iniziare il riassetto dell’Europa. La visita a Mosca del ministro degli Esteri tedesco Baerbock, l’estremo tentativo diplomatico per evitare lo scontro fra Russia e Usa, è avvenuta, martedì 18 gennaio. Ha parlato con il suo omologo Lavrov.
Non ci sono stati concreti passi in avanti. Nulla di nuovo, nulla che possa abbassare la tensione. Ormai in Europa sono venuti a configurarsi due mondi reciprocamente incompatibili. Da un lato la Russia, che vede come una minaccia esistenziale l’ampliamento verso Est della NATO e le armi NATO dispiegate in Europa orientale. Dall’altro lato, gli Stati Uniti e la NATO, nonché l’Unione Europea, che ritengono minaccioso l’atteggiamento russo.
Il punto principale (ma non unico) del contendere è l’Ucraina. Da mesi la Russia ha ammassato truppe al confine con l’Ucraina – si parla di 100.000 soldati – e conduce esercitazioni militari. Gli USA lo ritengono chiaro sintomo di volontà di invasione (cosa che la Russia smentisce) e continuano ad ammonire la Russia di gravi conseguenze.
Non si possono tenere 100.000 soldati fuori dalle caserme per mesi a fare esercitazioni. Se Putin li ritira, si ritira egli stesso con la coda fra le gambe di fronte all’Occidente. E se non li ritira…
Se Putin non ritira i soldati, se – diciamo – trova per loro un’occupazione diversa dalle attuali esercitazioni, cambia l’assetto venutosi a creare in Europa dopo la Guerra Fredda e dopo la caduta del Muro di Berlino. O cambia a vantaggio della Russia, o cambia ad ulteriore vantaggio degli USA: ma cambia in ogni caso.
Per la Russia, la situazione in Europa è diventata inaccettabile. Da trent’anni è un continuo stillicidio di passettini, avanzamenti, inglobamenti nella sfera di influenza statunitense (e nell’Unione Europea, che è poi la stessa cosa) di territori ex sovietici e di Stati ex satelliti dell’URSS.
In questo ambito geografico, la Russia ha dovuto subire il rovesciamento di numerosi regimi che erano amici ed alleati: esemplare il caso dell’Ucraina nel 2013. Ma la Russia è, e resta, un gigante territoriale ed economico. Non può accettare un continuo strangolamento al rallentatore. E ora reagisce. Coraggio disperato? Asso nella manica? Fatto sta che reagisce.
Negli ultimi 18 mesi, ha sventato il rovesciamento non di uno, ma di due regimi amici. Nell’estate 2020 la Bielorussia; all’inizio del 2022 il Kazakistan. E qualcosa questa ritrovata capacità di reagire vorrà pur dire.
Il riassetto dell’Europa si gioca ai confini dell’Unione Europea. L’UE è completamente sorda alle ragioni della Russia e alla ritrovata incisività che la Russia ha dimostrato in Bielorussia e in Kazakistan. Si accoda al coro americano delle gravissime conseguenze per la Russia in caso di invasione dell’Ucraina, con la quale l’UE ha dal 2014 un accordo di associazione.
Per far piacere agli Stati Uniti, l’UE è anche disposta a spararsi nei piedi: ma si potrebbero usare termini più coloriti. Il gas russo è vitale per l’Unione Europea e per tutti noi comuni mortali che viviamo entro i suoi confini. In base ad accordi in vigore ancora per qualche anno, dall’Ucraina passa buona parte del gas russo diretto all’UE. In caso di guerra, non bisogna avere la sfera di cristallo per capire che non ne passerebbe più, almeno per un po’. La Russia di solito vende gas all’UE anche attraverso il gasdotto Yamal, che passa dalla Polonia. Ha smesso da settimane. Non ha in programma di farlo almeno per tutto il mese di febbraio.
Il presidente statunitense Biden ha chiesto alle imprese statunitensi del gas di mandare in Europa, in caso di necessità, navi cariche di gas liquefatto americano. Che avvoltoio. Il gas statunitense è molto, molto più caro di quello russo. Non per nulla grossi quantitativi di gas liquefatto statunitense sono arrivati spontaneamente in Europa solo al culmine della crisi dei prezzi, nel dicembre scorso. Solo in quel momento: e non un attimo prima.
Praticamente, Biden fa la guerra alla Russia per l’assetto dell’Europa e noi europei gli paghiamo la guerra comprando caro e salato il suo gas liquefatto. E’ il trattamento che gli imperi riservano ai sudditi e ai tributari: non agli amici e agli alleati.
Prepariamoci dunque. Se ora, come come è probabile, si aprono le danze per il riassetto dell’Europa, forse vedremo un mutamento epocale come lo fu il crollo del Muro di Berlino. Ma per prima cosa, comunque poi si evolva la situazione, dovremo pagare noi le imprese attraverso le quali l’Impero d’Occidente intende consolidare e possibilmente estendere i suoi confini.
Fonte: Visionetv.it