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Glosserman (Csis) spiega la rappresaglia cinese per Aukus

Intervista a Brad Glosserman, senior adviser del Pacific Forum del Csis: la Cina ha pronta la rappresaglia per Aukus. Taiwan la prima a finire nel mirino, Pechino lancerà un messaggio: chi seguirà Biden pagherà un conto salato. Macron? Troverà una sponda nella Corea del Sud, anche Seul è infuriata

Glosserman (Csis) spiega la rappresaglia cinese per Aukus

La partita di scacchi fra Joe Biden e Xi Jinping nel Pacifico è appena iniziata. E adesso tocca alla Cina muovere la prossima pedina. Quei mari caldi

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La partita di scacchi fra Joe Biden e Xi Jinping nel Pacifico è appena iniziata. E adesso tocca alla Cina muovere la prossima pedina. Quei mari caldi diventeranno una polveriera, avvisa Brad Glosserman, senior adviser del Pacific Forum del Center fo Strategic and International Studies (Csis) di Washington. Aukus, il patto tecnologico e militare degli americani con Australia e Regno Unito, accelera l’escalation. “Taiwan sarà la prima a scoprirlo”.

Come reagirà la Cina?

Male. Basta dare uno sguardo alle dichiarazioni al vetriolo di Pechino. Considerano l’Australia un possibile target nucleare, nonostante la tecnologia dei sottomarini di Aukus non c’entri nulla con le armi nucleari.

Che mosse attendersi?

Ci sarà un immediato aumento di tensione intorno a Taiwan così come un crescente pressing economico e diplomatico della Cina contro l’Australia. Pechino deve inviare un messaggio: nessun Paese della regione si può sentire rassicurato da Aukus. Chi vorrà aggregarsi al club americano ne pagherà le conseguenze.

Taiwan rischia?

Ci saranno nuove esercitazioni militari nello stretto, un nuovo transito di navi da guerra. E la possibilità di un incidente si alzerà drasticamente. Ma la risposta cinese sarà anzitutto diplomatica. La Lituania vuole aprire un ufficio di rappresentanza a Taipei, gli Stati Uniti vogliono fare altrettanto trasformando il loro Istituto americano. Questo per i cinesi è inaccettabile, ci sarà un’escalation di retorica.

Per l’Australia Aukus è un salto quantico?

È un passo storico: gli Stati Uniti hanno condiviso questa tecnologia una sola volta, con gli inglesi, nel 1958. Ora la parte più difficile è l’attuazione. Ci vorrà molto tempo per costruire i sottomarini. Mesi prima che l’Australia ottenga la forza lavoro e il know-how per pilotarli e gestire il sistema ad energia nucleare.

C’è una soluzione temporanea?

Americani e inglesi nel frattempo potrebbero dare in leasing i loro sottomarini. Una fotografia del livello di dipendenza raggiunta dall’Australia nei confronti di Washington, di cui ha bisogno per tecnologia, expertise, mezzi militari. Non c’è solo Aukus: una settimana fa il segretario alla Difesa Austin ha annunciato un patto con gli australiani per le esercitazioni aeree. L’Australia sta giocando il più grande gioco d’azzardo della storia.

Con quei sottomarini sarà più temibile?

Molto di più. Potrà armare i sottomarini con missili da crociera, come i Tomahawk. Pattugliare più in fretta, più a largo, più a lungo.

Per la Cina è un problema serio?

Onestamente? Non credo. Parliamo pur sempre di un percorso lungo. Quel che davvero preoccupa la Cina è l’effetto domino. Teme che altri alleati americani nell’Indo-Pacifico prendano coraggio e seguano l’Australia. Cercherà di farli desistere.

Giovedì Biden ospiterà alla Casa Bianca i leader del Quad, l’alleanza con India, Giappone e Australia. Cosa aspettarsi?

Con il Quad ci spostiamo dal campo militare alla competizione economica e diplomatica. Vaccini, cambiamento climatico, resilienza delle catene di fornitura critiche. Due pilastri del Quad come India e Giappone non hanno intenzione di andare oltre, non rischieranno uno scontro militare con i cinesi. Dopo l’annuncio di Aukus, c’è tensione nell’aria.

Perché?

Perché è la prima, genuina ristrutturazione delle alleanze degli Stati Uniti nel Pacifico da cent’anni a questa parte. Ma c’è anche un tema etnico da non sottovalutare. C’è chi nella regione vede in Aukus un’alleanza “bianca”, anglosassone, e vorrebbe ampliarla ad altre realtà.

A proposito: a Washington si discuterà presto di un allargamento dei Five Eyes, il patto di intelligence fra Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda. Chi c’è alla porta?

Il primo della fila è il Giappone, non sarà semplice. Tokyo non ha meccanismi e procedure sufficienti per mettere al sicuro le informazioni sensibili. In poche parole, tenere un segreto non è il suo forte. Servono anni di riforme, leggi, sanzioni da introdurre per avvicinarsi ai Five Eyes.

Veniamo alla Francia, ormai in rotta di collisione con gli Stati Uniti. Parigi ha diritto a rivendicare il ruolo di potenza nel Pacifico?

La Francia è eccome una potenza Pacifica. Vanta una presenza di lungo periodo nella regione, ha navi e avamposti. Questo non è in dubbio. In dubbio semmai è la credibilità del contratto francese. Inizialmente prevedeva sottomarini a propulsione nucleare, gli australiani li hanno preferiti convenzionali. Poi ci sono stati i ritardi, i sovraccosti.

E uno smacco da 56 miliardi di dollari, con un contratto andato in fumo all’ultimo. Adesso i francesi guardano alla Corea del Sud per controbattere a Biden. Troveranno una sponda?

Di certo anche la Corea del Sud è irritata da Aukus, quei sottomarini li volevano da anni. Adesso temono la rappresaglia dei cinesi contro gli alleati americani. Con Aukus Biden ha mandato un messaggio anche a Seul e Tokyo. O fai parte del club, o sei fuori.

Fonte: Formiche.net

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