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SE IL PETROLIO NON E’ PIU’ ORO NERO – La sfida delle rinnovabili coinvolge anche le grandi compagnie estrattrici

SE IL PETROLIO NON E’ PIU’ ORO NERO – La sfida delle rinnovabili coinvolge anche le grandi compagnie estrattrici

Ampio servizi a più mani (Agnoli, Basso, Comelli, Polizzi e Zanini) del Corriere Economia sui giganti del petrolio alla sfida delle rinnovabili.

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Ampio servizi a più mani (Agnoli, Basso, Comelli, Polizzi e Zanini) del Corriere Economia sui giganti del petrolio alla sfida delle rinnovabili.

Nei piani di Shell, Total, Eni & Company, l’oro nero è ancora oro? Cambiano le strategie delle grandi imprese estrattrici perché si trovano davanti a una domanda meno forte del passato, con prezzi che restano bassi e le energie rinnovabili, anche sulla scorta degli accordi di Parigi, avanzano al punto da prevedere che dovrebbero valere il 23% del totale nel 2030.

MAJORS

La Shell (seconda major mondiale dopo Exxon) non sta più a guardare per decidere se essere in partita con le energie verdi:pronti a fare acquisizioni. LaTotal“lo ha già fatto la scorsa primavera – si legge nel servizio – spendendo più di un miliardo di dollari per Saft, produttore di batterie per immagazzinare energia solare. Anche l’Eni ha annunciato un piano per realizzare i suoi primi megawatt in pannelli solari.

Ma l’articolo è molto interessante anche perché fornisce dati di scenario che è utile raccogliere dopo gli accordi di Parigi (COP 21). “Per dare un’idea del sommovimento in atto – spiega ancora il servizio che il Corriere Economia di lunedì 5 dicembre pubblica alle pagine 2 e 3 – basti pensare che se si volesse centrare l’obiettivo di limitare in due gradi l’innalzamento delle temperature del pianeta, la richiesta di energia al 2040 non solo dovrebbe crescere meno del 10% (con una popolazione mondiale in crescita da 7,2 a 9,2 miliardi di persone) ma la quota riservata al petrolio dovrebbe ridursi drasticamente (dal 31% al 22%) e quella delle rinnovabili più che raddoppiare (sopra il 30%)”.

E-MOBILITY

L’articolo prosegue con una disamina sulle prospettive della mobilità elettrica.

  • più della metà del petrolio estratto nel mondo (il 54%) finisce nei serbatoi di qualche mezzo di trasporto,
  • il resto è utilizzato nella chimica, nell’industria e nella produzione di elettricità di molti Paesi emergenti che ancora si servono di olio combustibile.
  • lo scorso anno lo stock globale di auto elettriche nel mondo ha superato la soglia simbolica del milione di unità(ma rimane pur sempre un millesimo del parco mondiale di vetture).
  • Si può già prevedere che nel 2025 si arrivi a 30 milioni di veicoli elettricie a più di 150 milioni nel 2040.
  • Il calo dei prezzi degli ultimi due anni ha gíà falcidiato gli incassi dei Paesi Opecf (quasi dimezzati nel 2015 a 404 miliardi di dollari quest’anno dovrebbero scendere ancora a 341 miliardi).

ilsudonline.it

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