Attingere ai fondi europei del Pnrr, dare un taglio secco a burocrazia e autorizzazioni e affidare la missione della corsia superveloce a un commissario. Passa da un piano in tre mosse la stretta che è decisa ad imprimere il governo Meloni, come raccontato dal Messaggero, per realizzare in tempi record, 2-3 anni al massimo rispetto ai 4 previsti dal piano Snam, il rafforzamento della Linea Adriatica, l’allargamento del tubo tra Abruzzo e Umbria che può rimuovere il collo di bottiglia che ora limita il trasporto di gas dal sud al nord del Paese.
Senza questa opera, già bollata come strategica anche dall’Europa, si legge ancora sul quotidiano romano, è impossibile realizzare il progetto di hub europeo tanto caro alla premier Giorgia Meloni: la ricca dote aggiuntiva di gas algerino, il raddoppio del gas che arriva dall’Azerbaigian via Tap, e il nuovo metano che può arrivare dalla nuova produzione nazionale in Sicilia e da rigassificatori come Gioia Tauro e Porto Empedocle, non potrebbero arrivare nemmeno in Austria e Germania.
Quei 170 chilometri di tubi che dovrebbero connettere Sulmona a Foligno servono insomma a far decollare le potenzialità dell’arteria del gas che da Massafra, vicino Taranto, dovrebbe far risalire la dorsale adriatica per oltre 690 kilometri attraversando dieci Regioni fino a Minerbio, dalle parti di Bologna. Dunque è per questo motivo che il raddoppio della Linea Adriatica è l’opera numero uno nella lista dei nuovi dossier energetici da inserire nel Pnrr.
Fonte: Le Formiche.net