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Amazon e Stellantis per l’automotive del futuro

Amazon e Stellantis per l’automotive del futuro

Nel mese di gennaio di questo splendido (si fa per dire) 2022, una notizia è stata riportata da alcuni giornali ma probabilmente è passata inosservata

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Nel mese di gennaio di questo splendido (si fa per dire) 2022, una notizia è stata riportata da alcuni giornali ma probabilmente è passata inosservata dai più, me compreso.

Si tratta del partenariato strategico tra Stellantis e Amazon. 

Ricordo che Stellantis (con quartier generale nei Paesi Bassi) è la multinazionale automotive nata nel 2021 dalla fusione della italo-americana Fiat Chrysler e della francese PSA. Non credo sia necessario invece ricordare cosa sia Amazon.

Il partenariato strategico farà si che Alexa (l’assistente virtuale di Amazon) sarà incluso nativamente nei veicoli prodotti dal gruppo, allo scopo di svolgere le funzioni relative a numerosi comandi vocali. Secondo alcuni articoli Alexa avrà anche il compito di gestire non solo il veicolo ma anche la domotica relativa al proprietario del veicolo, unendo in una unica interfaccia numerose funzionalità.

Amazon si occuperà della gestione dei dati generati dalla totalità dei veicoli di Stellantis, più di dodici milioni al momento (34 milioni previsti al 2030), cosa che permetterà di sviluppare nuovi servizi.

Tra le novità c’è anche lo sviluppo di una nuova generazione di chip per le autovetture, adattate alle esigenze dei costruttori di auto.

Naturalmente ci si potrebbe porre diverse domande in merito alla partnership.

La prima domanda riguarda il trattamento di dati da parte della multinazionale (Stellantis), che nonostante la sede nei Paesi Bassi, quindi in Europa, è di proprietà, tra gli altri, per il 14% di Exor N.V. (controllata dalla famiglia Agnelli), per il 7% di PSA (Peugeot S.A.) e per il 3% di Dongfeng Motor Corporation (produttore di automobili dello stato cinese con sede a Wuhan).

Quali sono i possibili problemi che si potrebbero verificare? Dove saranno custoditi i dati personali? A chi ci si dovrà rivolgere in caso di problemi legali? Chi sarà responsabile qualora un ransomware dovesse compromettere i sistemi e bloccare automobili o abitazioni, magari interi quartieri?

In caso di guerra (e quella commerciale e finanziaria sappiamo bene essere sempre in corso) cosa può accadere? In caso di furto di credenziali milioni di auto e di proprietà collegate potrebbero essere hackerate, bloccate, distrutte.

E chi scommetterebbe sulla incolumità di personaggi politici o capi militari o di fazione considerati nemici? Cosa potrebbe accadere in caso di un attacco statuale contro i sistemi di guida automatica di milioni di auto, magari per creare il caos preliminare ad un attacco convenzionale?

La seconda domanda riguarda le possibilità per Alexa di impiego dei dati per analisi e successiva valorizzazione. Come verranno impiegati i dati? Per lo sviluppo di servizi utili in qualche modo all’utente ma anche, e soprattutto, per migliorare gli utili delle multinazionali che sono indubbiamente in una posizione di forza.

La terza domanda riguarda la cyber security. Siamo sicuri che sia utile rendere ancora più connesso il mondo in cui ci muoviamo e lavoriamo tutti i giorni? Attenzione, non sono certo uno di quelli che dicono che la tecnologia è il diavolo, la tecnologia (quella digitale in particolare) è utile per tanti aspetti, ma è anche molto vulnerabile.

Ancora una volta, noi singoli acquirenti non potremo fare altro che stare a vedere cosa accade, sperando di non doverne pagare le conseguenze.

Fonte: Difesaonline.it

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