Fonte: Firstonline.it
L’Italia potrebbe conquistare il primato per la decarbonizzazione della chimica con idrogeno pulito. L’idrogeno può essere pr
Fonte: Firstonline.it
L’Italia potrebbe conquistare il primato per la decarbonizzazione della chimica con idrogeno pulito. L’idrogeno può essere prodotto da piccoli reattori nucleari di nuova generazione. L’operazione segnerebbe una svolta nel campo dell’industria chimica che negli anni ’70 era un’eccellenza italiana.
Nulla accade due volte nella storia e i fallimenti di grandi gruppi chimici non potranno ripetersi. In questo c’è bisogno di innovazione ed investimenti che lo Stato lesina. Ecco perché l’accordo tra la startup Newcleo, NextChem e Tecnimont (gruppo MAIRE) va nella direzione di una ripresa industriale di un comparto centrale della nostra economi. E senza generare inquinamento.
I reattori concepiti dalla Newcleo sono raffreddati a piombo con un tecnologia che abbassa rischi di fuoriuscita di sostanze cancerogene. In Francia la società fondata dal fisico Stefano Buono é stata scelta come partner per una sperimentazione di mini reattori dal valore di 3 miliardi di euro. Alla base ci sono i Lead Fast Reactors (LFR) ritenuti sicuri dai tecnici anche nell’improbabile eventualità di gravi incidenti o scenari di sabotaggio.
Indicativo il fatto che all’estero i reattori modulati- per i tecnici, SRM- attraggano investimenti di cui ha goduto la stessa Newcleo che a marzo scorso ha aumentato il capitale sociale di un miliardo di euro.
Una e-factory made in Italy
L’intesa con il gruppo Marie prevede la creazione di una e-factory che mette insieme il (mini) nucleare di quarta generazione e l’industria chimica. Tecnimont in particolare da questa collaborazione, trarrà forza per mettere sul mercato fertilizzanti, carbonio recuperato, polimeri. L’approccio finale é l’agricoltura di qualità che può anche fare a meno delle prediche sulla sovranità alimentare del Ministro Lollobrigida.
La creazione di una nuova catena del valore sostenibile in campi così delicati è anche una sfida alla ricerca nucleare mondiale. “Grazie alle favorevoli proprietà fisiche del piombo, questo livello di sicurezza è raggiungibile con una riduzione dei costi rispetto agli SMR di III Generazione, che invece sono raffreddati ad acqua” ha spiegato Buono.
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