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Registrato il suono del primo diavolo di sabbia marziano

Il rover Perseverance ha registrato per la prima volta il suono di un diavolo di sabbia marziano. Che cos'è questo curioso fenomeno meteorologico

Registrato il suono del primo diavolo di sabbia marziano

I diavoli di sabbia, dust devil in inglese, sono un fenomeno meteorologico piuttosto comune nei territori secchi e desertici: si tratta di trombe d'ar

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I diavoli di sabbia, dust devil in inglese, sono un fenomeno meteorologico piuttosto comune nei territori secchi e desertici: si tratta di trombe d’aria in miniatura che formano coni di polvere alti al massimo qualche centinaio di metri. Si formano quando l’eccessivo calore del suolo genera un mulinello d’aria che causa una piccola depressione richiamando altra aria dall’ambiente circostante.

Generalmente gli effetti di un dust devil sono piuttosto limitati e non rappresentano quasi mai un pericolo per l’uomo.

METEOMARTE. I diavoli di polvere non si manifestano solo sulla Terra: le sonde e i satelliti inviati su Marte ci hanno mostrato più volte questo fenomeno. Ma qualche giorno fa i microfoni di Perseverance – il rover della Nasa che da febbraio 2021 sta esplorando il Pianeta Rosso – hanno potuto registrare per la prima volta il suono di un dust devil che lo ha investito.

Grazie ai sensori meteo di Perserverance i ricercatori della NASA hanno potuto ricostruire nel dettaglio le dimensioni del vortice che si è scontrato con la sonda: si è trattato di un piccolo dust devil del diametro di 25 metri con un’altezza approssimativa di 118. La scarsa densità dell’atmosfera marziana, l’1% di quella terrestre, ha evitato che la piccola tromba d’aria danneggiasse le apparecchiature del rover.

QUESTIONE DI SCONTRI. Gli scienziati della NASA studieranno attentamente i dati e le registrazioni relative a questo incontro ravvicinato per scoprire qualcosa in più sui dustless devil, i vortici senza polvere che si manifestano in alcune zone del pianeta rosso.

La traccia audio dell’impatto tra il vortice e la sonda permetterà infatti ai ricercatori di contare il numero di particelle che si scontra con le pareti di Perseverance e di misurare la quantità di polvere che il vento marziano è in grado di trasportare a seconda delle condizioni meteo. Un’informazione importante, che ci permetterà di scoprire qualcosa in più sugli eventi che caratterizzano la superficie della nostra prossima meta.

Fonte: Focus.it

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