L’Italia al centro della sostenibilità dello spazio. È avvenuta a Milano la firma del contratto tra la Federazione astronautica internazionale (Iaf) e
L’Italia al centro della sostenibilità dello spazio. È avvenuta a Milano la firma del contratto tra la Federazione astronautica internazionale (Iaf) e l’Associazione italiana di Aeronautica e astronautica (Aidaa), incaricata di organizzare a ottobre del 2024 nel capoluogo lombardo la 75esima edizione dell’International astronautical congress (Iac). Si tratta di una delle più importanti manifestazioni internazionali nel settore spaziale. Ma Aidaa non sarà da sola nell’organizzare l’evento, a supportarla ci saranno anche l’Agenzia spaziale italiana (Asi) e Leonardo.
All’insegna del motto “Responsible space for sustainability” (Spazio responsabile per la sostenibilità), Iac 2024 si focalizzerà sull’importanza di mantenere sicuro lo spazio, aperto all’esplorazione e all’uso pacifico. Un appello che invita alla cooperazione nell’interesse del nostro pianeta e di tutti i Paesi. A renderlo possibile la candidatura di Milano, dichiarata vincitrice già a ottobre 2021, promossa da Aidaa, Asi e Leonardo, in rappresentanza rispettivamente del mondo accademico, delle istituzioni e dell’industria spaziale italiane, e supportata in modo determinante dal Governo italiano e dalle istituzioni locali.
È all’insegna della sostenibilità, dunque, che si incontreranno al Milano congress center, il più grande centro congressi d’Europa, più di 8mila esperti provenienti da tutto il mondo, e in particolare da Agenzie spaziali, aziende, centri di ricerca e associazioni. “La sostenibilità è fondamentale per la conoscenza”, ha spiegato l’ad Profumo a margine della firma del contratto, “la sostenibilità è assolutamente fondamentale perché tramite l’osservazione della Terra dallo spazio possiamo migliorare tantissimo la conoscenza di ciò che accade”.
L’Italia cavalca la Space economy
Il governatore Fontana ha sottolineato come quello lombardo sia uno dei comparti aerospaziali più floridi del Paese, dove nel giro di pochi chilometri si concentrano circa “oltre 200 aziende” capaci di contribuire, con “un fatturato di 6 miliardi ed export per 1 miliardo, alla progettazione e ricerca spaziale, all’aviazione, alle tecnologie per le telecomunicazioni, la sensoristica e la navigazione satellitare”.
Rischi della corsa allo spazio
Al giorno d’oggi nello spazio ci sono circa 8mila satelliti, di cui 5000 operativi, e il dato è solo destinato a crescere nel prossimo futuro. A causa dell’incidenza di attori privati e pubblici protagonisti dell’economia spaziale. L’orbita terrestre non è infinita ma rappresenta una risorsa che, se pur grande, è limitata. Questa corsa allo spazio e alla sua economia potrebbe quindi portare anche a diversi rischi legati al sovraffollamento delle orbite, quali l’aumento dell’inquinamento luminoso e quello causato da debris (detriti spaziali), accompagnato dal rischio legato alla disponibilità dei dati e dei servizi messi a disposizione dalle tecnologie spaziali.
Molti settori ormai dipendono in parte dallo spazio, dall’agricoltura ai trasporti, dalla finanza all’energia e i sistemi in orbita costituiscono uno strumento rilevante per un futuro più digitale, green e sostenibile e sono diventati vitali per il funzionamento della società, per l’economia e il commercio globali.
Fonte: Formiche.net