Fonte: Firstonline.it In comune hanno la vocale iniziale del Paese: India, Italia. Ma anche l’osservazione della Luna. Ieri l’India ha avuto succes
Fonte: Firstonline.it
In comune hanno la vocale iniziale del Paese: India, Italia. Ma anche l’osservazione della Luna. Ieri l’India ha avuto successo con il suo lander Vikram; l’Italia studia come far restare l’uomo sulla Luna il più a lungo possibile. I quattro Paesi che finora hanno piantato bandierine sul satellite non si sono mai misurati con questa possibilità. Una straordinaria possibilità, legata al bisogno umano di avere ossigeno. L’uomo senza ossigeno non può stare fuori dalla terra. E allora, quanto tempo ci vuole per risolvere il problema? Bastano cinque anni? Sembra di sì, secondo il progetto Oracle (Oxygen Retrieval Asset by Carbothermal-reduction in Lunar Environment) italiano doc, cui lavorano l’Agenzia Spaziale Italiana e il Politecnico di Milano. È un altro interesse del nostro Paese per lo spazio dopo i successi di notissimi astronauti. Nella corsa allo spazio l’Italia si è ritagliata una corsia parallela a quella che fa camminare curiose e divertenti macchine.
Gli obiettivi dell’ASI sono alti, validare Oracle sulla Luna entro una decina d’anni. Non sono poi tanti, visti i programmi spaziali dei Paesi big. “L’In Situ Resources Utilization, cioè l’estrazione e lo sfruttamento delle risorse sul posto, è una capacità chiave per l’esplorazione sostenibile come quella che stiamo pianificando per la Luna ” dice Raffaele Mugnuolo Responsabile Unità Esplorazione, Infrastrutture Orbitanti e di Superficie dell’Agenzia Spaziale Italiana. “In questo senso – continua – contiamo che il progetto Oracle si riveli di interesse globale in una prospettiva futura e che consenta all’Italia, tra i primi al mondo, di detenere una tecnologia strategica”.