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La Russia blocca l’export di fertilizzanti e prepara la guerra commerciale. Globale

Mosca dispone 2 mesi di stop per il nitrato di ammonio, proprio mentre il principale impianto Usa va a fuoco e il «Fertilizer index» trema. Inflazione alimentare in rampa di lancio: l’Ue cosa farà?

La Russia blocca l’export di fertilizzanti e prepara la guerra commerciale. Globale

La notizia è di quelle apparentemente destinate a un pubblico di feticisti. In realtà, nel giorno in cui l’inflazione europea tocca il 5.1% su base an

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La notizia è di quelle apparentemente destinate a un pubblico di feticisti. In realtà, nel giorno in cui l’inflazione europea tocca il 5.1% su base annua e quella italiana il 4,8%, massimo dal 1996, c’è di che preoccuparsi: la Russia ha appena bandito per due mesi e con decorrenza immediata l’export di nitrato di ammonio, mentre la Lituania ha completamente bloccato le spedizioni su ferrovia di potassa dalla Bielorussia.

Cosa questo significhi è presto detto: ulteriore e pesantissima inflazione alimentare, poiché quegli elementi sono alla base dei fertilizzanti utilizzati in agricoltura. E quando un centro di analisi finanziaria di prim’ordine come quello di Rabobank parla chiaramente di Russia che si prepara a dichiarare guerra economica all’Occidente, allora forse occorre guardare più in là delle truppe del Cremlino schierate al confine ucraino e della volontà statunitense di inviare 3.000 soldati in Europa.

La conclusione? Amara. L’Ue attuale non ha quel potere di contrapposizione e confronto. Quantomeno non al pari di Russia, Usa e Cina. E la mossa commerciale di Mosca appare di quelle strategiche, non fosse altro perché imporrà alla stessa economia russa un prezzo da pagare in termini di inflazione. That is how economic wars work, si fanno sfuggire da una sala trading. Dove l’attenzione è immediatamente andata su questo grafico

Andamento del prezzo dell’indice Usa dei fertilizzanti agricoli Fonte: Bloomberg

e sulle notizie che, casualità o meno, arrivano in contemporanea dal Nord Carolina, dove un enorme incendio è divampato proprio nell’impianto di produzione fertilizzanti della Winston Weaver di Winston-Salem, stabilimento con un output esiziale di nitrato di ammonio e dove sono stoccati circa 500 tonnellate di materiali chimici potenzialmente esplosivi. Il rischio? Una replica di quanto accaduto al porto di Beirut il 4 agosto del 2020.

Il perché è presto detto: già oggi i prezzi dei fertilizzanti sono così alti che gli agricoltori non possono più permettersi coltivazioni intensive di mais, il cui prezzo infatti è raddoppiato dall’estato 2020 a oggi. Peccato che a sua volta, il 40% del mais venga utilizzato per l’etanolo. E quest’ultimo sia la componente energizzante principale dei mangimi per il bestiame. La catena alimentare assoluta, insomma. Al cui sabotaggio Mosca ha appena posto le basi.

Fonte: Money.it

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