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Quanto ci prende Phil la marmotta?

Un gruppo di ricercatori annoiati dalla pandemia ha studiato le previsioni nel Giorno della marmotta di diversi roditori: non ne escono benissimo

Quanto ci prende Phil la marmotta?

Oggi è il 2 febbraio e si celebra il Giorno della marmotta, tradizione statunitense che divenne famosa in tutto il mondo una trentina di anni fa grazi

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Oggi è il 2 febbraio e si celebra il Giorno della marmotta, tradizione statunitense che divenne famosa in tutto il mondo una trentina di anni fa grazie al film Ricomincio da capo (Groundhog Day) del 1993 con Bill Murray. Il rito riguarda varie marmotte in giro per gli Stati Uniti e il Canada, che secondo la tradizione sarebbero piuttosto esperte nel fare previsioni sull’inizio della stagione calda.

Visto che la tradizione non ha nulla di scientifico, per quanto sia divertente da seguire, alcuni ricercatori si sono di recente chiesti quanto siano davvero abili a prevedere l’arrivo della primavera le marmotte impiegate nelle varie città del Nord America. Dal loro studio i roditori non ne sono usciti benissimo: le loro previsioni non sono meglio di quelle che si potrebbero ottenere lasciando fare al caso, per esempio tirando una monetina.

La marmotta più famosa di tutte – proprio grazie al film – è Phil di Punxsutawney, una cittadina nella Pennsylvania. Secondo la tradizione, Phil viene fatta uscire dalla sua tana la mattina del 2 febbraio: se vede la propria ombra e rientra svelta nel nascondiglio, (perché la giornata è soleggiata) si dice che l’inverno durerà altre sei settimane; se invece Phil se ne rimane fuori, perché non vede la propria ombra, allora l’inverno finirà prima. Un comitato di esperti assiste Phil nella sua impresa, consultandosi con la marmotta e forse pilotando un poco le sue previsioni.

Alex Ross, uno degli autori della nuova ricerca, ha spiegato al National Geographic che l’idea di studiare le previsioni del giorno della marmotta era nata qualche tempo fa un po’ per scherzo «davanti a molte birre», e con la necessità di fare qualcosa per riempire il tempo durante i periodi di isolamento e limitazioni dovuti alla pandemia. Insieme ad alcuni colleghi della Lakehead University (Ontario, Canada), Ross ha di recente pubblicato l’esito del proprio lavoro sulla rivista scientifica Weather, Climate and Society.

Il loro studio non è il primo, ma è probabilmente il più completo. I precedenti si erano per lo più occupati di Phil, senza considerare le numerose altre marmotte via via comparse nelle cittadine del Nord America per prevedere l’inizio della stagione calda. Poterne avere più di una ha permesso di raccogliere una maggiore quantità di dati e soprattutto di coprire un’area geografica più ampia, rispetto a quella specifica di Punxsutawney.

Come indicatore dell’avvio della primavera, i ricercatori hanno impiegato la Claytonia caroliniana, una pianta che fiorisce appena inizia la primavera in un’ampia porzione di territorio, compatibile con la localizzazione di buona parte delle marmotte studiate. Alex e colleghi hanno stimato la data di fioritura in ogni anno nelle vicinanze di ogni roditore alla ricerca della sua ombra, confrontandola con la sua previsione sull’inizio della primavera.

Inizialmente i ricercatori avevano identificato 45 città nelle quali c’è la tradizione del giorno della marmotta, ma hanno poi dovuto applicare vari criteri per avere un campione rappresentativo escludendo quindi 12 località. Le 33 marmotte rimanenti, tra Canada e Stati Uniti, si sono rivelate precise nel fare le loro previsioni la metà delle volte, come con il lancio di una monetina.

Phil si è fermata al 52 per cento di previsioni corrette, mentre altre tre marmotte (due nel Connecticut e una nel New Jersey) hanno previsto correttamente l’arrivo della stagione calda nel 70 per cento dei casi. Altre marmotte si sono rivelate molto meno abili, fermandosi intorno al 30 per cento.

A difesa di Phil, occorre ricordare che alcune località hanno iniziato solo di recente la loro tradizione di marmotte divinanti e offrono quindi pochi dati su cui lavorare. A Punxsutawney la tradizione dura dal 1886 e ci sono almeno 50 anni di registri affidabili sulle previsioni, una base di dati piuttosto ampia per scoprire se il sistema funzioni o meno. Inoltre, nella tana si sono via via succeduti diversi roditori, considerato che una marmotta in cattività difficilmente arriva a 15 anni di vita.

Al di là dei personalismi, i ricercatori hanno concluso nel loro studio che «senza ombra di dubbio» le previsioni del giorno della marmotta non sono più accurate di una previsione fatta completamente a caso.

Fonte: Il Post

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