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Bnl. Munari: “Verso la trasformazione digitale”

Bnl. Munari: “Verso la trasformazione digitale”

Bnl, la banca italiana del gruppo Bnp Paribas, sta marciando in linea gli obiettivi fissati dal piano industriale 2017-2020 ed è determinata a con gio

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Bnl, la banca italiana del gruppo Bnp Paribas, sta marciando in linea gli obiettivi fissati dal piano industriale 2017-2020 ed è determinata a con giocare molte carte sul piano dell’innovazione e della digitalizzazione.

L’amministratore delegato della Bnl Andrea Munari, in un’intervista ad Affari e Finanza de La Repubblica, ha dichiarato: “Siamo in linea con gli obiettivi, stiamo andando meglio ma non dobbiamo sentirci appagati”, “abbiamo migliorato la qualità del credito, ridotto i costi, alzato la produttività. Sono contento ma non ancora completamente soddisfatto”.

“Il nostro modello di crescita ha alla base la trasformazione digitale e il drastico miglioramento del servizio alla clientela. Il gruppo sul fronte digitale sta spendendo 3 miliardi, di cui una parte significativa per lo sviluppo di Bnl e delle altre società in Italia”.

Munari ha parlato di “un cambiamento storico, un tema caro a tutti i 190mila dipendenti di Bnp Paribas e ovviamente anche il nostro, tanto che, sul modello della capogruppo, abbiamo appena introdotto anche in Italia una direzione “company engagement” che risponde direttamente a me. Ci sono grandi possibilità di sviluppo e crescita per chi abita questo pianeta, ma anche tanti rischi. E immaginare che noi possiamo guadagnare a scapito di una minore sostenibilità ambientale è inconcepibile. Tutto il gruppo è carbon free, investiamo per accelerare la transizione energetica, finanziamo le energie rinnovabili e l’economia circolare. Allo stesso tempo ci impegniamo, a partire dal nostro interno, nel riconoscimento dei diritti umani e delle minoranze, favorendo politi- che di inclusione e di tutela delle diversità di genere, che sono una ricchezza inestimabile”.

L’ad di Bnl ha affermato: “Credo che nuove aggregazioni di banche siano inevitabili. Non vedo invece aggregazioni transnazionali, perché è difficile capirne il reale valore. Aggregando banche puoi sicuramente migliorare le economie di scala, ma usi tante risorse su un fronte che non è prioritario. Prioritario è invece cambiare il modello di banca, sempre più digitale. Le aggregazioni che io vedo possibili e utili, al momento, sono quelle su singole attività. Ad esempio creare entità dedicate alla gestione degli Npl, un mercato che oggi è molto polverizzato”.

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