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Superbonus: cosa comporta cedere il credito alla banca

Accedere al Superbonus richiede un iter burocratico piuttosto macchinoso, da affrontare muniti non solo di grande pazienza, ma di carte che gli istituti richiedono per accogliere il credito del privato: 36 documenti finalizzati ad avere la certezza che il soggetto cedente sia in piena regola.

Superbonus: cosa comporta cedere il credito alla banca

Il Superbonus si è annunciato come la misura più interessante stabilita in via definitiva dal Decreto Rilancio, ma la sua applicazione si rivela a dir

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Il Superbonus si è annunciato come la misura più interessante stabilita in via definitiva dal Decreto Rilancio, ma la sua applicazione si rivela a dir poco macchinosa, specialmente per chi decidesse di cedere il credito alla banca che finanzia i lavori.

Si tratta di un iter burocratico in stile tutto italiano, da affrontare muniti non solo di grande pazienza, ma di carte che gli istituti richiedono per accogliere il credito del privato: ben 36 documenti finalizzati ad avere la certezza che dall’altra parte il soggetto cedente sia in piena regola e che i lavori rispettino le rigorose norme stabilite in fase di stesura dell’agevolazione, riportate tutte in una guida scaricabile sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

C’è da dire che la maggioranza delle pratiche deve essere assolta dall’impresa che ha effettuato i lavori, necessaria se si vuole accedere alla super detrazione ma anche se i lavori riguardano l’intero condominio, e in quest’ultimo caso incaricata di raccogliere quasi tutti i documenti sarà l’amministrazione dell’immobile.

Ma torniamo per un attimo indietro alla regola e vediamo cosa vuol dire cessione del credito.

Cessione del credito: l’impiego alternativo del Superbonus

Si può usufruire dello sconto fiscale al 110% in maniera diretta, detraendo dall’IRPEF il 110% della spesa sostenuta per gli interventi di miglioramento, che verrà recuperata nei 5 anni successivi alla presentazione della dichiarazione dei redditi sotto forma di credito fiscale.

Si può decidere invece di cedere il credito, sollevandosi definitivamente da ogni obbligo o dal vantare alcun credito nei confronti del Fisco. Dall’altra parte, chi effettua i lavori non è tenuto ad accettare la cessione del credito.

La cessione del credito alla banca

È in questo caso che l’operazione può diventare più complessa, perché se si cede il bonus a un istituto bancario, sarà necessario produrre i seguenti documenti in più:

  • una visura catastale: perché la banca abbia la certezza della proprietà dell’immobile del soggetto che richiede la cessione del credito;
  • un atto notorio con cui il “cedente il credito” dichiari di sostenere le spese che la cessione del credito comporta;
  • un atto notorio con cui si dichiari che l’immobile sia a uso residenziale e non commerciale o destinato ad attività d’impresa;
  • l’attestato che testimoni il salto di classe energetica: la norma stabilisce che si può beneficiare del Superbonus solo qualora i lavori portino a un passaggio di classe energetica dell’immobile o dell’edifico ad almeno due classi superiori. A fornire la dimostrazione sarà l’asseverazione da parte di un professionista o di un tecnico mediante l’Ape, l’Attestato di Prestazione Energetica, pena l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie. Se si delibera, ad esempio, il cappotto termico per un condominio, il perito che presenta i lavori in assemblea deve garantire il conseguimento della nuova e più elevata classe energetica, pena la retrocessione della detrazione a Ecobonus e in più il rischio di una causa civile da parte dei condòmini o del proprietario dell’immobile al responsabile della perizia;
  • un preventivo dettagliato dei lavori: perché se il costo della ristrutturazione dovesse sforare, la banca non sarà più tenuta ad accettare la cessione.

Si tratta dunque di un impegno importante, ma la posta in gioco è alta ed è plausibile che dall’altra parte la banca voglia tutelarsi in ogni modo.

L’alternativa al Superbonus: un mutuo a condizioni straordinarie

La cessione del credito è la soluzione perseguibile quando non si avesse la disponibilità del budget per effettuare lavori importanti in casa o nel condominio. Un’alternativa percorribile può essere il ricorso a un mutuo ristrutturazione, visti i tassi attuali che consentono di richiedere somme con durate anche lunghe a condizioni molto vantaggiose e tassi di interesse ai minimi storici.

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Fonte : www.mutuionline.it

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