Così come le energie rinnovabili si stanno organizzando intorno a un modello di internet dell’energia, i minatori di bitcoin e i pool di minatori potr
Così come le energie rinnovabili si stanno organizzando intorno a un modello di internet dell’energia, i minatori di bitcoin e i pool di minatori potrebbero integrarsi ulteriormente intorno a un modello di “internet del mining”, che sia ancora più distribuito e virtualmente basato di quanto non sia ora.
Se e quando questo accadrà, i nodi di estrazione di bitcoin potrebbero essere più ampiamente distribuiti, così che anche i grandi minatori industriali nel loro insieme potrebbero arrivare a rappresentare una minoranza della potenza di calcolo con cui si creano nuovi blocchi e si coniano nuovi bitcoin. Ogni nodo di convalida potrebbe essere anche un nodo di estrazione, integrando il controllo dei singoli individui su questi due anelli chiave della catena del valore di bitcoin.
A livello individuale, questo sarebbe simile ai primi personal computer, o al primo iPhone, che integravano diverse funzioni in un “semplice” dispositivo. Gli attuali pool di mining sono simili ai primi telefoni cellulari, che integrano alcune funzioni rimanendo però ingombranti e pesanti. Ci sarebbe bisogno di uno Steve Jobs o di un Bill Gates dei chip del mining open-source per passare da una configurazione mainframe asic ad asic personali. Percepiremmo e useremmo un dispositivo di mining personale nello stesso modo in cui viviamo gli inverter fotovoltaici di nuova generazione; viceversa, potremmo guardare agli inverter fotovoltaici come un tipo di dispositivo di “mining”. “Minatori solari” delle dimensioni di una tanica da venti litri d’acqua (sempre più piccoli) convertono l’energia solare in energia elettrica, interfacciandosi con il loro ecosistema fotovoltaico e sistema domotico, alimentando e gestendo i carichi, scambiando dati e servizi con la rete. In linea di principio, i dispositivi del mining e i dispositivi solari potrebbero convergere o interfacciarsi in una configurazione molto più stretta.
Gli inverter fotovoltaici moderni sono già il dispositivo domestico più “intelligente” che le persone possano avere nelle loro case. In tempi molto brevi, gli inverter solari avranno capacità computazionali simili a quelle dei computer, permettendo loro di interagire con una blockchain dal lato delle criptovalute e con aggregatori di energia, centrali elettriche virtuali, veicoli elettrici, comunità di energia rinnovabile e produttori dal lato dell’energia – elaborando le transazioni sia energetiche che monetarie tra i partecipanti alla rete.
Un dispositivo elettronico come questo potrebbe essere abbastanza facilmente integrato con un minatore di bitcoin, indirizzando l’energia a quest’ultimo quando disponibile.
In questo tipo di configurazione domestica o personale, il mining non sarebbe necessariamente fatto per massimizzare i profitti, anche se i “minatori personali” riceverebbero certamente una parte dei profitti generati dal loro lavoro. Servirebbero invece più per garantire la resilienza, la stabilità e la natura distribuita sia di bitcoin che delle reti elettriche, che potrebbero gradualmente fondersi in una sola rete – una “internet delle reti”.
In ogni caso, Bitcoin poggia su una base imprescindibile: l’elettricità – che sia di rete pubblica o privata, grande o piccola, pubblica o a isola. Bitcoin può evolversi verso il basso, integrandosi col sistema energetico, e verso l’alto, integrandosi col sistema monetario, formando assieme una nuova internet delle reti. Se gli effetti di rete sono esponenziali in qualsiasi settore, quali effetti avranno l’integrazione di due reti diverse? Resta da vedere, ma è una prospettiva intrigante.
Per concludere: bitcoin ha un’alta intensità energetica, utile, funzionale e necessaria ai servizi innovativi e decentralizzati, sia in campo monetario che energetico. Come qualunque altro settore, soprattutto se energivoro, deve sforzarsi di essere il più sostenibile possibile. Cosa che per ora sembra riuscire a fare meglio di tanti altri settori dell’economia, energivori o meno.
Fonte: Formiche.net