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Nasdaq in crisi? Perché l’annuncio del vaccino penalizza i titoli hitech. La rivincita della old economy

Nasdaq in crisi? Perché l’annuncio del vaccino penalizza i titoli hitech. La rivincita della old economy

Ma che cosa sta succedendo? La notizia che il vaccino antiCovid messo a punto dalla statunitense Pfizer e dalla tedesca BioNTech oltre che essere effi

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Ma che cosa sta succedendo? La notizia che il vaccino antiCovid messo a punto dalla statunitense Pfizer e dalla tedesca BioNTech oltre che essere efficace al 90% potrebbe essere disponibile già tra un paio di mesi ha avuto un impatto fortissimo e per certi versi sorprendente sui listini. Nel giorno dell’annuncio il Ftse Mib italiano ha avuto un balzo del 5,4%, del 4,7%, Francoforte del 4,9% e Parigi addirittura del 7,6%. Tutto abbastanza prevedibile. Ma perché Oltreoceano a fronte del Dow che sale del 3,9% il tecnologico Nasdaq è salito di appena lo 0,7%? E ieri, con tutte le Borse europee positive, il Dow Jones ha continuato l’allungo (+0,90%) e il Nasdaq ha ripiegato dell’1,37%.

La «rotazione settoriale»

Il fenomeno ha una spiegazione semplice che gli esperti chiamano «rotazione settoriale». E che indica il cambiamento delle preferenze degli investitori dai settori che hanno corso di più in epoca di pandemia, come appunto i tecnologici del Nasdaq, o i titoli difensivi del farmaceutico e dell’alimentare, verso quelli più ciclici e magari più esposti a una domanda di beni «reali»: auto, crociere, industria.

In altri termini la speranza di disporre di un vaccino per il Covid19 ha fatto scattare una violenta «rotazione settoriale» sulle Borse mondiali, con gli investitori che hanno ricomposto i loro portafogli dando spazio ai titoli che potrebbero beneficiare dalla fine del distanziamento sociale e riducendo l’esposizione verso quelli, specialmente tecnologici, che dal lockdown hanno avuto tutto da guadagnare.

Zoom, Netflix guidano i crolli

Emblematici i cali accumulati in due giorni dalla piattaforma di comunicazione Zoom (-23%), della società di food delivery Justeat Takeaway.com (-11%) o ancora dallo streaming di Netflix (ieri in recupero dopo il -8,6% di lunedì), mentre settori tempestati dalle vendite durante le fasi più critiche della pandemia come gli industriali, le materie prime, gli energetici, i trasporti, le banche e le auto hanno registrato rialzi fortissimi, sulla prospettiva di un progressivo ritorno alla normalità. La speranza del vaccino ha fatto volare le azioni della catena di sale cinematografiche Cineworld (+58% in due giorni), di compagnie aeree come British Airways (+31%), delle crociere di Carnival (+27%), degli alberghi di Accor (+23%). E mentre le azioni della vita di un tempo tornavano a respirare, quelle che hanno prosperato nel lockdown soffrivano, a partire dai titoli tecnologici, oggetto di due giorni di selloff. Per fare qualche esempio anche sul altri listini, come il giapponese, la Sony, produttrice della playstation, ha perso il 3,2% a Tokyo mentre negli Usa tutte le big tech hanno pagato dazio: Amazon ha perso l’8% in due giorni, Microsoft il 5%, Facebook l’8%.

Succede lo stesso anche in Italia

Anche in Italia, dove l’indice Ftse Mib ha recuperato a novembre circa il 15%, pur rimanendo in negativo del -16% rispetto ai valori di inizio anno, sono andati male i titoli che appartengono agli stessi settori colpiti Oltreoceano e ovunque nel mondo: StMicroelectronics (-6%), che ha scontato il generale dietrofront sui titoli tecnologici, la farmaceutica (Recordati e Diasorin in rosso) e le vendite su utility e gruppi infrastrutturali come Terna. Il ribilanciamento dei portafogli da parte delle case di investimento ha fatto bene invece a Fiat Chrysler (+2,5%).

Ma il Nasdaq è su del 28%

È dunque la fine o l’inizio del tramonto delle fortune dei titoli hi tech? Calma, ovviamente, non è così. A dispetto delle prese di profitto di questi ultimi due giorni il Nasdaq risulta ancora in rialzo del 28,6% da inizio anno, contro il +8,6% del Dow Jones e il 9,7 dell’S&P500, dove sono quotati i titoli dell’economia «tradizionale». E in Europa, dove solo il Dax di Francoforte è tornato sui livelli di inizio anno i listini mantengono tutti un pesante segno meno rispetto alle quotazioni di gennaio. I tecnologici, anche in Europa, sono quasi tutti in positivo.

Fonte : www.msn.com

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