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โ€œAgenda 50 in 5โ€: lโ€™infrastruttura pubblica digitale si espande nel mondo
Digital transformation, le imprese accelerano ma serve piรน ambizione
In Europa il mercato della salute digitale vale 47 miliardi, mentre in Italia solo 3,3

ROMA – Una grande Anagrafe digitale che raccolga tutte le informazioni utili su ognuno dei 3 milioni e 200 mila dipendenti pubblici italiani e che permetta di valorizzarne le competenze. Un progetto che risale ad oltre cinque anni fa e che รจ rimasto a lungo lettera morta, e che adesso, visto che รจ stato inserito tra gli obiettivi del Pnrr, dovrebbe finalmente vedere la luce. A rilanciarlo, cogliendo di sorpresa i sindacati, un articolo del decreto bollette varato venerdรฌ scorso dal Consiglio dei Ministri. La norma lo definisce come “un censimento permanente che si avvale della base dati del personale della Pa istituita presso il ministero dell’Economia e che sarร  fondamentale per completare la digitalizzazione del settore pubblico”, e dร  30 giorni di tempo al ministro per la Pubblica Amministrazione insieme a quello dellโ€™Economia e delle Finanze per adottare un provvedimento che stabilisca “le modalitร  di funzionamento e di comunicazione dei dati da parte delle amministrazioni pubbliche”. Tra i sindacati c’รจ invece scetticismo, anche perchรฉ la norma arriva insieme all’annuncio (ennesimo), da parte del ministro della Pa, di altre riforme, come quella sulla “customer satisfaction” e la valutazione della performance degli uffici pubblici da parte dei cittadini, che assegneranno “le stelline” agli impiegati che li hanno seguiti. Scettico Marco Carlomagno, segretario generale della FLP – Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche: “Mi chiedo come verrร  gestita la piatttaforma, come farร  la Pubblica Amministrazione a valutare le competenze diverse da quelle riconducibili a precisi titoli di studio, come sono quelle giuridiche, economiche o tecniche. E comunque ben venga un’anagrafe digitale, la sollecitiamo da tempo, e ben venga uno strumento di valorizzazione dei dipendenti, che spesso, pur essendo estremamente qualificati, non vengono utilizzati secondo le proprie competenze, ma solo per le funzioni per le quali erano stati assunti. La formazione professionale molto spesso non viene considerata per le carriere interne, e anche adesso per il Pnrr si stanno assegnando i progetti a personale esterno o assunto appositamente, confermando il pregiudizio nei confronti dei dipendenti pubblici”.

Fonte: La Repubblica.it

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