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I dipendenti pubblici tornano in presenza: addio digitalizzazione, benvenuta demagogia

I dipendenti pubblici tornano in presenza: addio digitalizzazione, benvenuta demagogia

Il dado sembra ormai tratto: è prossima l’entrata in vigore del Decreto Ministeriale per il rientro in ufficio dei dipendenti della pubblica amministr

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Il dado sembra ormai tratto: è prossima l’entrata in vigore del Decreto Ministeriale per il rientro in ufficio dei dipendenti della pubblica amministrazione con un contestuale azzeramento di tutte le pratiche di lavoro agile fin qui sperimentate. Un decreto che non ho esitato a definire pasticciato e contraddittorio, che sembra fatto sull’onda di un generico “tutti dentro”, supportato più dalla retorica del recupero dell’arretrato che da valutazioni razionali. Insomma, nonostante viga lo stato di emergenza sino al 31 dicembre 2021, il ministro Brunetta, pur di giustificare una misura che è dettata solo dal suo innato ostracismo nei confronti del lavoro agile e dal suo notorio pregiudizio nei confronti del lavoro pubblico, dichiara superata ogni forma di prevenzione e sicurezza.

A partire dal 15 ottobre i dipendenti pubblici, senza alcuna distinzione, premura che sarebbe non solo consigliata ma necessaria – pensiamo ai caregiver, ai lavoratori fragili – sono obbligati al rientro in ufficio, nonostante permangano non pochi nodi da sciogliere. Pensiamo all’afflusso dell’utenza negli uffici, pensiamo alle nebulose linee guida in merito alle modalità di controllo sulla controversa decisione di obbligo del green pass. Ma si sa, a poco vale la razionalità davanti ai preconcetti: da anni, è noto, per il ministro i lavoratrici e i lavoratori pubblici continuano ad essere fannulloni, condizione che nella sua visione verrebbe alimentata dalle moderne forme di lavoro a distanza.

Intervento di Marco Carlomagno sul Sole 24 ore segretario generale della Federazione Lavoratori Pubblici

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