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Bond oggi: il car renting boccheggia e i rendimenti salgono

Bond oggi: il car renting boccheggia e i rendimenti salgono

Non c’è tregua per il mondo dell’automobile. Finita o quasi la bufera “dieselgate”, parte dagli Usa un timore: nei prossimi anni – complice l’evoluz

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Non c’è tregua per il mondo dell’automobile. Finita o quasi la bufera “dieselgate”, parte dagli Usa un timore: nei prossimi anni – complice l’evoluzione tecnologica del settore – le quotazioni delle vetture usate crolleranno fino al 50%, coinvolgendo costruttori, commercianti e soprattutto specialisti del “car renting”. Che già soffrono in Borsa, a causa di una redditività in forte calo per l’attività tradizionale, soprattutto negli Usa, dove noleggiare un’auto è come da noi andare in panetteria. La concorrenza sta però inasprendosi e le tariffe scendono.

L’azionario crolla

Il titolo Avis è calato al Nasdaq (Francoforte: 813516notizie) dai 40 $ del 15 febbraio ai 27,1 di ieri, mentre Hertz ha pure perso molto e in un periodo più corto: quotava 22,8 $ il 16 marzo, per ritrovarsi sui 15,5 alla chiusura sempre di ieri. Meno devastante l’effetto per il gigante del trasporto pesante, Penske, i cui business sono differenziati. Wall Street è pessimista sul settore, ma alcuni analisti non vedono così nero come i mercati, poiché ritengono che comunque la valvola di sfogo del “car renting” dovrà in qualche modo essere sostenuta per evitare crisi strutturali all’industria dell’auto.

E l’obbligazionario rende di più

Difficile dire chi abbia ragione, ma di certo l’effetto si fa sentire sull’obbligazionario del comparto. Da anni le leader del rent emettono molto e a condizioni significative. I rendimenti cedolari sono infatti da “high yield” e si verifica soprattutto una volatilità dei relativi titoli maggiore rispetto alla media. Purtroppo però per l’investitore italiano sono quotati solo sull’“Otc”, sebbene in molti casi presenti su Borse europee. Per chi voglia esporsi in una nicchia ad alto rendimento – tutta espressa in dollari – ecco una selezione di quattro obbligazioni assai negoziate sul secondario:

  • Avis – tasso fisso 5,25% – scadenza 15/3/2025 – Isin USU05375AN77 – importo 375 milioni di Usd – lotto minimo 2.000 Usd – prezza sugli 88,7 Usd con “yield” lordo del 7,14% ed è trattata alla Deutsche Boerse (IOB: 0H3T.ILnotizie) , con “spread” molto elevato.
  • Hertz – tasso fisso 6,25% – scadenza 15/10/2022 – Isin US428040CN71 – importo 500 milioni di Usd – lotto minimo 2.000 Usd – prezza sui 93,8 Usd con “yield” lordo del 7,65% ed è trattata alla Deutsche Boerse, con “spread” contenuto.
  • Hertz – tasso fisso 5,5% – scadenza 15/10/2024 – Isin USU42804AP61– importo 800 milioni di Usd – lotto minimo 2.000 Usd – prezza sugli 88,4 Usd con “yield” lordo del 7,55% ed è trattata alla Deutsche Boerse, con “spread” medio.
  • Penske – tasso fisso 5,5% – scadenza 15/5/2026 – Isin US70959WAG87 – importo 500 milioni di Usd – lotto minimo 2.000 Usd – prezza sui 96,7 Usd con “yield” lordo del 5,98% ed è trattata alla Deutsche Boerse con “spread” elevato.

Una crisi passeggera o definitiva? Il considerevole peso economico del “car renting” fa prevedere che queste leader dovranno affrontare delle ristrutturazioni organizzative. Pensare perciò a una loro “débacle” appare inverosimile. I relativi bond, per quanto altamente speculativi, sono quindi lontani da un rischio default. E una conferma viene dai credit rating: Avis si muove fra BBB- e BB, a seconda degli analisti, Hertz mantiene un BBB- e Penske un Baa2 di Moody’s, equivalente a una tripla B. C’è davvero di peggio sul mercato!

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