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Favorite fiscalmente solo le medie e grandi imprese

Favorite fiscalmente solo le medie e grandi imprese

L’Ufficio studi della CGIA fa sapere che ancora una volta, quanto alla riduzione del carico fiscale, sono state premiate le medie e le grandi impr

Cgia: “Le banche continuano a favorire le grandi imprese”
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L’Ufficio studi della CGIA fa sapere che ancora una volta, quanto alla riduzione del carico fiscale, sono state premiate le medie e le grandi imprese, mentre alle piccolissime attività non resta che attendere ancora un anno. Nel 2016 il Governo Renzi aveva deciso di tagliare le imposte sui redditi a tutte le imprese. A distanza di un anno, però, l’operazione è andata in porto solo in piccola parte. Le attività interessate dalla contrazione dell’Ires, infatti, sono state poco meno di 630.000, che costituiscono solo il 13 per cento circa del totale delle aziende presenti nel Paese. Se il taglio dell’Ires (Imposta sui redditi delle società di capitali) consente alle società di risparmiare 3,9 miliardi di euro di tasse all’anno, alle piccole e micro imprese, invece, lo slittamento dell’introduzione dell’Iri (Imposta sui redditi) consentirà di risparmiare solo 1,2 miliardi di euro di tasse all’anno. Il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo spiega che “Pur riconoscendo che, rispetto a qualche decennio fa, tra le società di capitali troviamo anche le piccole imprese è indubbio che il taglio dell’Ires ha avvantaggiato soprattutto le grandi, in particolar modo quelle appartenenti al settore energetico e a quello minerario. E sebbene la riduzione dell’Ires sia stata in parte bilanciata dall’attenuazione degli effetti positivi dell’Ace, ancora una volta si è prestata attenzione solo alle istanze sollevate dalle imprese di maggiore dimensione, mentre alla stragrande maggioranza delle attività che non pagano l’Ires non è stato riservato alcun vantaggio fiscale”.

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