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BALKAN AND BLACK SEA PERSPECTIVES 2022: “Supporting the Transition”. Presente la Dott.ssa Cristina Di Silvio.

BALKAN AND BLACK SEA PERSPECTIVES 2022: “Supporting the Transition”. Presente la Dott.ssa Cristina Di Silvio.

Alla Conferenza ad alto livello BALKAN AND BLACK SEA PERSPECTIVES 2022: “Supporting the Transition” organizzata dalla NATO Defense College Foundation

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Alla Conferenza ad alto livello BALKAN AND BLACK SEA PERSPECTIVES 2022: “Supporting the Transition” organizzata dalla NATO Defense College Foundation in cooperazione con la NATO Public Diplomacy Division, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il NATO Defense College sulla Il 7 dicembre 2022 a Roma, era presente la Dott.ssa Cristina Di Silvio in qualità di Legal Advisor dell’INTERNATIONAL INSTITUTE for DIPLOMATIC RELATIONS COMMISSION FOR HUMAN RIGHTS, registrata al Department of Economic and Social Affairs delle Nazioni Unite e Director of International Relations for the EuropeanCommunityUNITED STATES FOREIGN TRADE INSTITUTE.
La conferenza è stata un momento di incontro tra UE e NATOcon l’obiettivo di promuovere il dibattito sull’importanza della Regione per la stabilità della sicurezza euro-atlantica.
Alessandro Minuto-Rizzo, Presidente della NATO Defense College Foundation, nella sessione di apertura ha affermato che questo è il settimo focus sui Balcani e il sud-est dell’Europa. Ha detto che abbiamo davanti a noi uno scenario internazionale fluido e con profondi cambiamenti. L’Alleanza Atlantica è stata un fornitore di sicurezza ed è passata dai 12 membri originari a 30. Quindi l’Agenda NATO 2030 ha un obiettivo primario: migliorare la dimensione politica dell’Alleanza e non dare l’impressione che sia un’organizzazione militare. L’Agenda NATO 2030 richiede un approccio rinnovato alla sicurezza internazionale.
Pasquale Terracciano, Direttore Generale Diplomazia Pubblica e Culturale presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale a Roma, nel suo discorso di apertura ha ricordato come la vasta Regione dei Balcani e del Mar Nero sia prioritaria. La “politica della porta aperta” è stata un fattore positivo e abbiamo visto la Macedonia del Nord diventare l’ultimo paese ad aderire all’Alleanza grazie alla suaimportanzariconosciuta. Pertanto l’Europa ha un forte interesse per questa parte del continente. Il mondo sta cambiando velocemente e speriamo che la Serbia prenda il suo posto nelle istituzioni europee ed euro-atlantiche; ci vorrà del tempo, ma ciò che è importante è fare dei passi nella giusta direzione. L’UE e la NATO stanno cercando sia di costruire ponti sia di sostenere buoni compromessi.
Nella prima sessione, Ivan Vejvoda, Permanent Fellow e Direttore dell’Istituto di Scienze Umane “Europe’s Futures” di Vienna, ha evidenziato un focus sull’influenza dei poteri esterni nella Regione e sulle loro strategie e ha posto un quesito ai relatori: <<che tipo di impatto osserviamo?>>.
Solomon Passy, Presidente dell’Atlantic Club of Bulgaria a Sofia, ha affermato che è necessario istituire quei due scudi che proteggono la regione e ci danno abbastanza libertà per migliorare la coesione e il coordinamento regionale in termini di economia, difesa, sport, cultura e altri settori come energia e infrastrutture. Uno dei paesi balcanici più interessanti è l’Italia, in quanto Trieste appartiene geograficamente ai Balcani. Infatti l’Italia è stata uno dei principali attivisti dell’Esercitazione Sea Breeze negli anni novanta e promotrice del Consiglio Nato-Russia, per questo la leadership italiana potrebbe fare miracoli nella penisola balcanica.
Ahmet Evin, Founding Dean Faculty of Arts and Social Science e professore emerito all’Università Sabanci di Istanbuldichiara che il ruolo della Turchia nei Balcani sembra essere simile a quello della Russia. Esistono tuttavia differenze nel modo in cui Russia e Turchia perseguono i rispettivi interessi geopolitici. Per la Russia mantenere divisi i Balcani occidentali serve a un unico grande obiettivo, quello di sminuire l’adesione della regione all’UE; mentre la politica della Turchia sembra essere diretta esclusivamente a rafforzare l’identità musulmana nella regione. Il punto è che resistere ad altri poteri – regionali o globali – è un investimentonella politica interna con l’aspettativa di alti ritorni nelle urne.
Bruno Lété, Senior Fellow in Security and Defence presso il German Marshall Fund degli USA a Bruxelles, ha voluto ribadire che la NATO deve preservare la pace e ha sostenuto la cosiddetta politica di “Zero problemi con i vicini” che ha attirato un entusiastico sostegno internazionale.
Nella seconda sessione, Harun Karcic, giornalista e analista politico di Al Jazeera Balkans a Sarajevo, ha analizzato il commercio illecito che è una pratica attualmente in corso per le reti criminali dell’area. Per questo motivo la cooperazione regionale resta un obiettivo primario per fronteggiare le “zone grigie” della regione.
Madalina Mocan, Fellow dell’Aspen Institute Romania di Bucarest, ha sostenuto che nei prossimi anni le organizzazioni internazionali come la NATO, l’UE, l’ONU e l’OSCE potrebbero svolgere un ruolo cruciale nel rafforzare la loro proiezione complessiva soprattutto in Kosovo, Bosnia-Erzegovina e nell’area del Mar Nero.
Sem Fabrizi, già Ambasciatore Ue in Serbia a Roma, riallacciandosi a quanto detto, ribadisce che la protezione è un obiettivo importante per evitare pericolose cadute, contrastare il commercio illecito e le reti criminali transnazionali.
Ana Durnic, Ricercatrice di Politiche Pubbliche dell’InstitutAlternativa di Podgorica, ha ribadito come testimoniato nel corso di due decenni, alcuni Paesi
mostrano una minore integrità nelle strutture governative, influenzando a loro volta le riforme politiche e la stabilità regionale.
Nella terza sessione, Yannis-Alexis Zepos, ex ambasciatore e segretario generale presso il ministero degli Affari esteri ad Atene, ha parlato della visione di sicurezza regionale dei paesi del Mar Nero e dei Balcani. Ha ricordato la situazione complessa dato che ogni Paese ha la sua storia, i suoi valori e la sua prospettiva.
Slavica Grkovska, vice primo ministro responsabile per le politiche di buon governo a Skopje, ha introdotto lo scenario attuale che mostra una preoccupante tendenza di crisi interna nelle democrazie consolidate e un arretramento dei regimi democratici in diverse regioni.
Alba Cela, direttore esecutivo dell’Istituto albanese per gli studi internazionali di Tirana, ha affermato che il buon governo, il buon stato di diritto, i bilanci trasparenti e le economie regolamentate sono strumenti essenziali per promuovere la sicurezza umana, il benessere e la stabilità strategica nella regione.
Francesco Martino, Analista e Direttore dell’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa di Sofia, ci lascia con una domanda: <<quali politiche adeguare e quali risorse dedicare al consolidamento di democrazie fragili e al rafforzamento della loro resilienza?>>.
La dichiarazione della Dott.ssa Cristina Di Silvio – accompagnata dalla Dott.ssa Michela Cialini e dal Dott. Massimiliano Raponi – su come il populismo e la propaganda siano nemici delle democrazie, ha segnato la conclusione dell’evento.

 

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