HomeInternational Banking News

Crisi russo- ucraina: la regionalizzazione del terrore e la partecipazione emotiva degli italiani

Crisi russo- ucraina: la regionalizzazione del terrore e la partecipazione emotiva degli italiani

E poi, perché molti la definiscono ucraina? Probabilmente è la tensione psicologica che spinge a circoscrivere geograficamente la paura per qualcosa c

I mezzi e i modi del trasporto petrolifero e la crisi 2020-2021
Giorgia Meloni negli States fa un chiaro riferimento ai valori Repubblicani.
Il rischio di un pantano iracheno per l’ Italia

E poi, perché molti la definiscono ucraina? Probabilmente è la tensione psicologica che spinge a circoscrivere geograficamente la paura per qualcosa che non si sa che derive possa prendere.

C’è chi si ostina a fare cronaca per impressionare i lettori, elencando numeri e mezzi schierati da una parte e dall’altra, chi parteggia per l’uno o per l’altro, chi pretende di occuparsi di geopolitica solo perché  nome affascina, non avendo invece la più pallida idea di cosa sia, sparando scommesse su un’invasione, se ci sarà o meno, e facendone oggetto di Webinar declinando al futuro le sue certezze.

Siamo un mondo di creduloni e di gente che vuole essere rassicurata o impressionata, ma in questo secondo caso va bene se è abbastanza lontano il pericolo e, quindi, se la paura può essere geograficamente circoscritta altrove.

Appunto, la regionalizzazione del terrore, che comporta comunque partecipazione emotiva, perché noi italiani siamo gente buona, e ipocrita, ci impossessiamo persino del dolore degli altri, pur di far vedere che “partecipiamo”.

Ora, grazie ai soliti americani, possiamo finalmente raggiungere l’orgasmo sinaptico e riprenderci dalle eccitazioni di una kermesse televisiva ricascando nella comoda falsa contrizione.

Paracadutisti ucraini

Washington ci dice che Mosca starebbe completando lo schieramento delle sue forze per una invasione completa dell’Ucraina.

Un’operazione che potrebbe causare fino a 50 mila morti civili e 23 mila militari ucraini, oltre a 3 mila – 10 mila soldati russi, occupare Kiev in un paio di giorni, con un conseguente cambio di regime e, quindi, scatenare una crisi umanitaria con fino a 5 milioni di rifugiati in Europa.

Ah, finalmente, ora abbiamo la sceneggiatura completa, conosciamo l’epilogo.

L’ultima scena del reality. Capito questo, possiamo preoccuparci anche noi, ma quanto basta, però, come per il sale in cucina.

E ripartiranno le litanie a Bruxelles perché si occupi di quei rifugiati.

L’unica cosa importante che invece emergerebbe da una seria analisi geopolitica, ciò che veramente conterebbe, cioè che le trazioni di forza nel mondo siano cambiate e che la “distribuzione di potenza” stia plasmando diversi paradigmi strategici sempre meno circoscritti, qualcosa di cui tener conto nelle varie strategie di sicurezza, non interessa nessuno.

Al massimo si fa il tifo per il Presidente USA, Joe Biden che opera per dissuasione facendo credere al mondo che sia deterrenza.

Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden

Ah, scordavo, noi in Italia non abbiamo uno straccio di strategia di sicurezza, la rifuggiamo, avrebbe un gusto troppo geopolitico.

E poi, che importa, basta seguire gli altri, è più comodo!

Fonte: Reportdifesa.it

Commenti