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Decarbonizzare gli eserciti è molto difficile

Le attività militari inquinano molto e consumano energia e suolo. L'Europa sta anche promuovendo un riarmo nonostante le politiche ambientali. Ma alcune soluzioni già esistono, e secondo il ministro della Difesa lussemburghese serve puntare prima sulla tecnologia e poi sull'adeguamento delle norme

Decarbonizzare gli eserciti è molto difficile

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Gli eserciti e le attività militari hanno un notevole costo ambientale. Secondo il Cost of war project solamente l’esercito statunitense tra il 2001 e il 2007 avrebbe prodotto più di 1,2 miliardi di tonnellate di gas serra, posizionandosi al vertice della lista delle istituzioni che consumano più fossili al mondo.

Ma al di là del caso statunitense, le attività militari in generale portano con sé consumo di suolo e dell’energia necessaria ad alimentare le basi, nonché i notevolissimi quantitativi di carburante utilizzato per mezzi terrestri, navi e aeroplani. Si tratta in media di circa la metà delle emissioni prodotte dai governi. Secondo Stuart Parkinson, direttore esecutivo di Scientists for Global Responsibility, le attività militari e quelle delle aziende collegate producono più del 5% delle emissioni di tutto il mondo, vale a dire più del traffico aereo e navale mondiale messi insieme.

Skydweller rappresenta un progetto innovativo perfettamente in linea con le nostre ambizioni di decarbonizzare il militare, per ridurre le emissioni e la dipendenza da combustibili fossili e di conseguenza limitare l’impatto ambientale nel settore”, ha detto il ministro lussemburghese nel corso della cerimonia di presentazione del velivolo tenutasi ad Albacete, in Spagna. Secondo Bausch promuovere lo sviluppo di progetti ecologici come Skydweller “porterà benefici di lungo termine anche all’aviazione civile, visto che sempre si verifica uno spillover tra le attività militari e quelle civili”.

Parlando a Wired a margine dell’evento, Bausch ha affermato che l’aviazione, soprattutto in ambito militare, è al centro delle critiche ambientaliste, e deve essere riformata in senso green. Io credo che sul lungo periodo questo possa essere fatto grazie ai carburanti di sintesi, ma che nel frattempo servano soluzioni immediate”. Il ministro ha inoltre spiegato che i principali obiettivi del governo sono imperniati intorno a tre pilastri centralispazio, cybersicurezza e sviluppo sostenibile. “Skydweller ci aiuterebbe sia nell’ambito dell’aviazione che in quello dello sviluppo sostenibile”, la chiosa.

Tuttavia secondo McKinsey è improbabile che si arrivi a una decarbonizzazione del settore militare entro il 2050, come invece previsto dalla roadmap sulla decarbonizzazione elaborata dalla European Climate Foundation. Per farlo servirebbero azioni più radicali e non sempre coniugabili con il segreto militare o con le leggi internazionali attuali. Inoltre l’Unione europea sta promuovendo da un lato politiche ambientaliste volte a ridurre le emissioni dei paesi membri, ma dall’altro sta incoraggiando il progetto di difesa comune e aprendo la strada a un riarmo che secondo le stime farà aumentare le spese militari del 40% nei prossimi cinque anni. A questo proposito il ministro Bausch ha però concluso osservando che “così come è stato possibile aggiornare rapidamente la Convenzione di Vienna sul traffico automobilistico per poter allargare la normazione sui veicoli a guida autonoma, sarà probabilmente possibile fare lo stesso anche in ambito aero-spaziale. L’importante è ottenere la giusta tecnologia”.

Fonte: Wired.it

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