Un’azienda spinoff del Massachusetts Institute of Technology crede che la risposta al problema dell’energia pulita sia nel sottosuolo. A 20 chilometri
Un’azienda spinoff del Massachusetts Institute of Technology crede che la risposta al problema dell’energia pulita sia nel sottosuolo. A 20 chilometri di profondità, dove la roccia raggiunge i 500 gradi e l’energia geotermica si misura in terawatt. E per arrivarci vuole fare ricorso a una tecnologia sviluppata per la fusione nucleare.
Quaise – questo il nome della startup del Mit – è nata nel 2018. A febbraio ha raccolto 40 milioni di dollari nel primo round di finanziamento con la promessa di superare i limiti tradizionali della perforazione del suolo. La soluzione dell’azienda, dal sapore fantascientifico, è sostituire la trivella con un raggio di energia concentrata prodotta da un girotrone, ossia il dispositivo utilizzato negli esperimenti sulla fusione nucleare per riscaldare il plasma a temperature ben più elevate di quelle del nucleo del Sole.
Secondo Quaise, questa tecnologia ha il potenziale per bucare la crosta terrestre più in profondità e più velocemente di qualsiasi altra soluzione odierna: 20 chilometri in 100 giorni, assumendo che si riesca a costruire un girotrone da 1 megawatt. E ha il vantaggio di essere facilmente scalabile perché può essere impiegata praticamente ovunque sul globo, con utilizzo minimo di terreno (l’1% di quanto richiesto da eolico o solare).
Infine, una centrale realizzata secondo i piani di Quaise può sostituirsi agilmente a una centrale a combustibile fossile, sfruttando il calore geotermico per produrre energia col vapore; a quelle profondità e temperature, l’efficienza dell’energia geotermica aumenta considerevolmente. Oggi questa fonte copre solo lo 0,3% del fabbisogno energetico globale, ma se la startup riesce nel suo intento, la specie umana potrebbe contare su un sistema molto potente per produrre energia pulita.
Quaise ha in programma di lanciare i macchinari dimostrativi nel 2024 e far partire le operazioni commerciali nel 2026, con l’obiettivo di creare la prima centrale geotermica di nuova generazione nel 2028. Fermo restando che, come spesso accade con progetti così ambiziosi, non ci siano intoppi in itinere.
Fonte: Formiche.net