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Eolico offshore, dalla Romagna alla Sicilia: dove saranno realizzati i 40 progetti italiani

Eolico offshore, dalla Romagna alla Sicilia: dove saranno realizzati i 40 progetti italiani

Da qui al 2030 l’Italia dovrà installare 900 megawatt di eolico offshore in mare, secondo le previsioni del Piano nazionale integrato energia e clim

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Da qui al 2030 l’Italia dovrà installare 900 megawatt di eolico offshore in mare, secondo le previsioni del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec). Ad oggi però non c’è ancora nessun impianto in funzione, a fronte di circa 40 progetti per i quali sono state presentate altrettante richieste di connessione a Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale. I ritardi in parte sono dovuti complesso iter autorizzativo. Se venissero realizzati tutti questi progetti, la Penisola arriverebbe a 17mila megawatt (17 Gw) di eolico offshore installati, una potenza quasi 19 volte superiore a quella prevista dal Pniec.

Gran parte dei progetti sono concentrati su Puglia, Sicilia e Sardegna che sono «le aree più preoccupanti in quanto tipicamente carenti di infrastrutture», ha sottolineato Corrado Gadaleta di Terna in occasione del convegno «Eolico off-shore per la transizione ecologica di Civitavecchia: sfide e opportunità».

Dei 17 GW complessivi, 5,2 GW sono progettati in aree con fondale fino a 100 metri, 5,3 GW tra 100 e 300 metri e 6,5 GW oltre i 300 MW. Gadaleta ha spiegato che con un fondale oltre i 100-150 metri ci sono «tematiche tecnologiche da approfondire». Il nodo principale è la «combinazione tra profondità, potenze rilevanti e distanze dalla costa rilevanti» che creano «forti criticità» in particolare per le connessioni in corrente continua e i cavi dinamici.

Anche il ministero della Transizione ha fatto sapere di aver ricevuto i 40 progetti di impianti eolici offshore flottanti, da realizzare prevalentemente al largo della Sicilia e della Sardegna, lungo la costa Adriatica e, per la restante parte, distribuiti tra Ionio e Tirreno. Le manifestazioni di interesse inviate al Mite sono 64, di cui 55 da parte di imprese e associazioni di imprese, 3 da parte di associazioni di tutela ambientale (WWF, Legambiente e Greenpeace) e 7 da altri soggetti (ANEV, Elettricità futura, CNA, CGIL, Università Politecnico di Torino, OWEMES – associazione di ricercatori, CIRSAM – Consorzio Internazionale per lo sviluppo e ricerca Adriatico e Mediterraneo).

Il parco eolico di Taranto

L’unico progetto che è già in fase di realizzazione è quello del parco eolico di Taranto, che dovrebbe entrare in funzione nel 2022. La fornitura delle turbine eoliche è stata affidata alla ditta Ming Yang Smart energy che fornirà 10 pezzi con un contratto lungo 25 anni. Quattro pale saranno collocate dietro il Molo Polisettoriale e le restanti sei vicino le dighe foranee. I pali sono prodotti dall’azienda spagnola Haizea. L’impianto avrà una potenza complessiva di circa 30 MW e sarà in grado di produrre di 55.600 MWh/anno, pari al fabbisogno energetico di 18.500 famiglie. Si tratta di un investimento di circa 80 milioni di euro di fondi privati che fa capo all’azienda Renexia, la società del Gruppo Toto attiva nel settore delle energie rinnovabili. Il gestore è la società Beleolico srl, con la quale la Capitaneria di Porto di Taranto ha stipulato una concessione trentennale nel 2019.

I parchi eolici di Falk Renewables

Lungo la costa adriatica pugliese si contano altri 12 progetti. Due fanno capo alla multinazionale Falck Renewables. Il primo, che interessa le acque al largo di Brindisi, si chiama Kailia Energia. Sarà un parco eolico marino galleggiante con una capacità installata pari a circa 1,2 GW, per una produzione annuale attesa di 3,5 TWh, equivalente al consumo di circa 1 milione di utenze domestiche italiane, che consentirebbe di abbattere 2 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera all’anno.

Il secondo progetto si chiama Odra Energia, la capacità massima installata prevista è pari a circa 1,3 GW. Mentre la produzione annuale stimata è pari a circa 4 TWh, equivalente al consumo di oltre un milione di utenze domestiche. Anche in questo caso si tratta di un parco galleggiante che dovrebbe essere realizzato al largo della costa meridionale della provincia di Lecce. «Questa tecnologia – sottolinea Falck Renewables in una nota – consente il posizionamento delle pale in acque più profonde, come quelle del Mar Mediterraneo, nonché la realizzazione degli impianti senza l’impiego di fondazioni fisse e più al largo rispetto ai parchi eolici marini tradizionali. Questa caratteristica, oltre a minimizzare gli impatti sull’ambiente marino e terrestre durante tutte le fasi del progetto, permette di intercettare la risorsa eolica laddove è più abbondante, aumentando l’efficienza degli impianti».

Fonte: Corriere della Sera

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