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Francia regina dell’e-commerce

Francia regina dell’e-commerce

Bisogna correre ai ripari. Se le signore non vanno più nei grandi magazzini a comprare vestiti e profumi, se disertano perfino i saldi (-4% quest’anno

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gale-412485Bisogna correre ai ripari. Se le signore non vanno più nei grandi magazzini a comprare vestiti e profumi, se disertano perfino i saldi (-4% quest’anno come certifica preoccupato l’Ifm, l’Institut français de la mode, l’equivalente della nostra Camera della Moda), allora bisogna raggiungerle «chez eux», a casa, in ufficio, dal parrucchiere, insomma ovunque, grazie a un tablet, a uno smartphone con cui ci si possa collegare a uno dei tanti siti di «ventes privées», di vendite online superscontate, insomma a quel gigantesco outlet virtuale che ha invaso il web.
E in cui, dopo il travolgente successo di Vente-Privée, un colosso da due miliardi di fatturato e 52 milioni di clienti, presente anche in Italia, ora anche i vecchi attori del commercio tradizionale cominciano a entrare in gran fretta, acquisendo siti e portali specializzati con cui collocare l’invenduto, fare quell’operazione di «destockage» sempre più difficile nel mondo reale dei grandi magazzini ma ancora possibile sulla «Toile», la rete, il web detto alla francese.

L’ultima a entrarci è una vecchia signora dei grandi magazzini, le Galeries Lafayette (che sono anche di proprietà di una vecchia signora novantenne, madame Ginette Moulin: vedere ItaliaOggi del 26 giugno), che fanno 3,8 miliardi di fatturato nei 55 negozi sparsi in tutta la Francia e solo 140 milioni (il 5% appena) sul web.
C’è entrata comprandosi, qualche giorno fa, il sito specializzato in «destockage de mode en ligne», BazarChic, che ha un giro d’affari di «soli» 80 milioni ma una platea di 6,4 milioni di clienti iscritti e «profilati», come si dice in gergo informatico, cioè di cui si sa praticamente tutto. «In questo modo», spiega il patron delle Galeries, Philippe Houzé (nella foto), genero della signora Moulin (ha sposato la figlia Christiane), «possiamo raggiungere una clientela che cerca capi d’abbigliamento di moda, griffati, ma a prezzi accessibili. Con sconti del 70% che nessun grande magazzino può permettersi».

E’ la carta vincente di un modello di business che ha fatto furore e fatto nascere una serie di start-up fortunate come, appunto, Vente-Privée di Jacques-Antoine Granjon, che a cinquant’anni va in giro con i capelli alla Nazareno e collane al collo (vedere ItaliaOggi del 24 aprile), ma ha un patrimonio personale di un miliardo di euro secondo il mensile Challenge; o come Showroomprive di David Dayan e Thierry Petit, il secondo attore del mercato del «flash sale» con un giro d’affari di 605 milioni di euro e 26 milioni di clienti iscritti, che proprio in questi giorni (il put scade il 30 settembre) sta trattando con il gruppo Banzai di Paolo Ainio l’acquisto di Saldiprivati.com, il numero due italiano del mercato (dopo Yoox).

Insomma, il commercio tradizionale, chiamiamolo così, sta scoprendo in ritardo il commercio elettronico e ora corre ai ripari acquisendo, a colpi di milioni di euro, i siti specializzati. L’hanno fatto, tempo fa, i magazzini Printemps (comprandosi Placedetendances.com e trasformandolo nel proprio portale delle vendite online), l’hanno fatto ora, come abbiamo raccontato, le Galeries Lafayette (versando una cifra impressionante alla coppia Liberty Verny e Nathalie Gillier, quest’ultima è anche nipote del creatore delle Lacoste, che otto anni fa ha fondato Bazarchic.com) e, contemporaneamente, lo stanno facendo, in tutt’altro settore, quello del grocery e della spesa di ogni giorno, i colossi della gdo come Casino (che ha preso Cdiscount.com), come Carrefour (che ha preso Ruedecommerce.com), come Darty, ora di proprietà Fnac (che ha preso Mistergodeal.com). Il risultato è che, in Europa, la Francia è diventata il numero uno del commercio elettronico.

fonte ItaliaOggi.it

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