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L’inflazione in Eurozona scende all’1,8%, sotto il 2% per la prima volta da giugno 2021. Bce verso taglio dei tassi a ottobre

L’inflazione in Eurozona scende all’1,8%, sotto il 2% per la prima volta da giugno 2021. Bce verso taglio dei tassi a ottobre

La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha aperto il 30 settembre alla riduzione dei tassi di interesse nella prossima riunione del consiglio dire

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La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha aperto il 30 settembre alla riduzione dei tassi di interesse nella prossima riunione del consiglio direttivo

 

L’inflazione nell’Eurozona è scesa a settembre all’1,8%, dal 2,2% di agosto, calando così sotto l’obiettivo Bce del 2% per la prima volta da giugno 2021. I mercati ora si attendono un taglio dei tassi di 25 punti base nella prossima riunione Bce del 17 ottobre.

La discesa dell’inflazione a settembre è legata soprattutto al calo dei prezzi dell’energia (-6%, dal -3% di agosto). Ma sono diminuiti anche i dati relativi all’inflazione core, cioè quella al netto di energia, cibo e tabacco (+2,7%, dal +2,6% di agosto), e il carovita nei servizi (+4%, dal +4,1% di agosto).

I mercati monetari ora stimano al 90% la probabilità di un taglio dei tassi a ottobre, rispetto al 25% di pochi giorni fa. L’inflazione dovrebbe risalire a fine anno a causa di effetti base legati ai prezzi dell’energia, per poi scendere di nuovo nel 2025.

La Bce vede un ritorno duraturo dell’inflazione al 2% dalla seconda metà del 2025, ma gli analisti stimano una discesa più rapida. Per Capital Economics «sembra ora molto probabile che, dopo un temporaneo rimbalzo nei prossimi tre mesi, l’inflazione complessiva rimarrà al di sotto dell’obiettivo nel prossimo anno. Secondo le nostre previsioni, nel 2025 la media sarà di appena l’1,6%».

L’apertura di Lagarde sul taglio a ottobre

La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha aperto  il 30 settembre al taglio dei tassi a ottobre, come conseguenza di rischi crescenti sulla crescita e del ritorno sempre più probabile dell’inflazione verso l’obiettivo del 2% in modo duraturo. «Gli ultimi sviluppi rafforzano la fiducia che l’inflazione tornerà al target in modo tempestivo. Ne terremo conto nella prossima riunione di politica monetaria di ottobre», ha detto Lagarde in audizione al Parlamento Ue. È raro un messaggio di questo tipo su una riunione specifica: la presidente della Bce ha voluto indicare una direzione ai mercati, anche se la banca centrale resta «dipendente dai dati».

Il governatore finlandese Olli Rehn si è detto a favore di un taglio questo mese: «I recenti dati statistici ci hanno confermato che l’inflazione sta rallentando. Questo significa, almeno ai miei occhi, che ci sono più motivi per abbassare i tassi alla nostra riunione di ottobre. Il recente indebolimento delle prospettive di crescita dell’Eurozona fa pendere la bilancia nella stessa direzione».

I rischi per la Bce

Mantenendo i tassi alti troppo a lungo, Francoforte rischia non solo di bloccare del tutto l’economia dell’Eurozona, già quasi ferma, ma anche di far scendere l’inflazione sotto l’obiettivo (simmetrico) del 2%. Nel giro di una settimana Isabel Schnabel, falco del comitato esecutivo Bce, ha cambiato il linguaggio delle presentazioni pubbliche, mostrando una preoccupazione in aumento per la crescita. I dati economici hanno colto di sorpresa i falchi, che finora si sono focalizzati sui rischi di rialzo dell’inflazione, ormai sempre meno visibili nell’economia. Lagarde ha aggiunto che «il basso livello di alcuni indicatori suggerisce che la ripresa sta affrontando venti contrari». La disinflazione, invece, sta andando avanti più del previsto. Inoltre Lagarde ha precisato che il dato di inflazione di settembre sarebbe stato «probabilmente sotto le previsioni di base» della Bce.

Le nuove attese degli economisti

Fino a pochi giorni fa, la minoranza degli operatori si aspettava un taglio a ottobre. Negli ultimi giorni, tuttavia, le attese sono cambiate a causa della frenata di crescita e inflazione nell’Eurozona, oltre che dell’allentamento monetario avviato negli Usa con un taglio di 50 punti base della Fed. La maggioranza degli analisti (tra questi quelli di Goldman Sachs, Jp Morgan, Hsbc, Bank of AmericaBnp ParibasDeutsche Bank, Nomura e Barclays) ora prevede una riduzione dei tassi già a ottobre.

Gli economisti, inoltre, hanno indicato un ritmo accelerato dei tagli, con manovre a ogni riunione e quindi non più ogni trimestre (quando cioè sono pubblicate le proiezioni macroeconomiche Bce). Il tasso terminale, ipotizzato attorno al 2-2,25% potrebbe così essere raggiunto in anticipo, attorno a giugno-settembre. BofA ha indicato un livello finale all’1,5% alla fine dell’anno prossimo.

di Francesco Ninfole
Fonte: milanofinanza

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