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Malati di Alzheimer: la bambola robotica senza volto

Malati di Alzheimer: la bambola robotica senza volto

A cura di Monica Origgi   L' Alzheimer, è una malattia che può stravolgere i rapporti di un nucleo familiare, spezzare legami e per que

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A cura di Monica Origgi

 

L’ Alzheimer, è una malattia che può stravolgere i rapporti di un nucleo familiare, spezzare legami e per questa ragione rendere i pazienti che ne soffrono maggiormente vulnerabili emotivamente, tanto da sentirsi soli.

Infatti, è stata creata un’ innovazione tecnologica geniale e al tempo stesso di aiuto, per questi malati, come la Bambola Robotica senza volta Hero, che emette esattamente gli stessi gemiti che produrrebbe un bambino. Si tratta, di un robot dal design minimale.

E’ stata realizzata in sperimentazione in una Rsa di Cinisello Balsamo, con la collaborazione dell’ Università Federico II di Napoli e il Japanese institute for advanced study. Si distingue dai noti robot umani e dai social robot, perché offre una rappresentazione del corpo umano del tutto astratta e priva di dettagli, proprio come, una bambola di pezza.

La bambola è volutamente senza volto, perché proprio come è stato dimostrato durante, le osservazioni i pazienti sono più invogliati, ad attribuire a questo “gioco terapeutico”, un volto da loro immaginato e sognato.

“Hero-chan”, è stato realizzato in Giappone, ed attualmente sul mercato ha un valore di 5,5 mila yen, ovvero 50 euro, e secondo gli esperti è destinata agli anziani per i suoi effetti curativi. Ha la voce registrata di un bambino umano reale con molteplici stati emotivi per renderla più realistica, ed è utile per rafforzare la sensazione di presenza e i legami emotivi. Hero vocalizza simultaneamente degli stati emotivi, per rispondere ai bisogni degli anziani: piange, quando viene lasciato solo e si tranquillizza, quando è in braccio. Inoltre, se viene abbracciato, comincia a ridere.

Il progetto, è cominciato a dicembre 2022 e ad oggi si contano 500 somministrazioni, entro i prossimi mesi si uscirà dalla fase sperimentale per entrare in quella definitiva. All’ interno della Residenza del Sole gli anziani hanno avuto i seguenti effetti positivi:

  • hanno aumentato l’ interazione sociale, perché il gioco avvicina e rende complici.
  • recuperato parti della memoria.
  • ridotto lo stress
  • riattivato il movimento.

Il progetto cerca di incoraggiare la ricerca all’ uso di dispositivi robotici, oltre a medici e infermieri per migliorare l’ interazione e soprattutto anche, il benessere psicofisico delle persone coinvolte.

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