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Big Tech, in vista dalla Ue un contributo a favore delle reti Tlc. Con 20 miliardi l’anno, spinta al Pil di 72 miliardi

I giganti del Web incidono per il 56% sul traffico dati ma non contribuiscono agli investimenti sulle reti che li arricchiscono. Allarme degli operatori Tlc che presentano alle Ue i conti dello squilibrio. In ballo una montagna di investimenti

Big Tech, in vista dalla Ue un contributo a favore delle reti Tlc. Con 20 miliardi l’anno, spinta al Pil di 72 miliardi

Lo strapotere dei Big Tech è sempre più sotto esame. E la Ue studia di imporre loro un contributo sulle reti Tlc grazie alle quali incassano gigantesc

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Lo strapotere dei Big Tech è sempre più sotto esame. E la Ue studia di imporre loro un contributo sulle reti Tlc grazie alle quali incassano giganteschi guadagni. A smuovere le acque è anche l’ultimo grido d’allarme lanciato dai grandi operatori tlc, impegnati con monumentali investimenti per spingere la fibra ottica e il 5G a fronte di ricavi in calo per la forte pressione competitiva. L’Etno, l’associazione europea degli ex incumbent, ha chiesto ad Axon Partners di fare i conti. Ecco cosa è venuto fuori.

Big Tech, reti e operatori Tlc: un rapporto sbilanciato

  • Alphabet con Google e YouTube;
  • Amazon con Aws e Amazon Prime;
  • Apple con iTunes, iCloud e AppStore;
  • Meta con Facebook, Instagram e WhatsApp;
  • Microsoft con MS Office e Xbox;
  • Netflix.

Nell’Etno sono invece associati Deutsche Telekom, British Telecom, Orange, Telefonica, Telia, Telenor, Telecom Italia e Vodafone.

 

 

delle nuove reti Ftth e 5G. Il rapporto prefigura tre scenari da 10, 20 e 30 miliardi l’anno. Se fosse di 20 miliardi l’anno, potrebbe generare una crescita del Pil di 72 miliardi e 840mila posti di lavoro in più nel 2025, accelerando gli obiettivi di digitalizzazione delle reti. Dal punto di vista ambientale, il contributo consentirebbe una riduzione del 28% dei consumi energetici e del 94% dell’impronta carbonica.

La Ue raccoglie l’allarme, i Big Tech passano al contrattacco

Parole che piacciono alle Telco, ma molto meno ai Big Tech. “È sbagliato – riporta ancora Les Echos citando Christian Borggreen, vice-presidente Ccia – considerare che i mancati investimenti degli operatori tlc siano causati dai servizi appassionanti che stimolano la domanda di Internet. Gli operatori sono già pagati dai loro clienti”. L’accusa niente affatto velata è che le Telco vogliano “raddoppiare i ricavi facendo pagare il traffico ai fornitori di contenuti e servizi, nonostante l’impegno europeo in favore della neutralità del Net”. La battaglia è avviata, ma si preannuncia lunga e complessa.

Fonte: Firstonline.it

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