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Progetto Hazelnut: per monitorare i tremori dell’ Etna

Il progetto Hazelnut è un progetto collaborativo di INGV, Università di Catania e istituto Geomar di Kiel per monitorare le pendici dell'etna

Progetto Hazelnut: per monitorare i tremori dell’ Etna

La nave da ricerca scientifica RV Meteor si è trovata al largo della costa etnea per un progetto di ricerca. Il progetto è HazELNUT (Hazards off Etna:

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La nave da ricerca scientifica RV Meteor si è trovata al largo della costa etnea per un progetto di ricerca. Il progetto è HazELNUT (Hazards off Etna: Landslide Nucleation Under Tremor). Questo progetto è una collaborazione tra il centro di ricerca GEOMAR di Kiel, L’INGV di Catania e l’Università di Catania. Non è la prima spedizione scientifica di questo tipo sulle pendici sommerse dell’Etna. Difatti, una spedizione era già stata effettuata nel 2016 da parte della GEOMAR di Kiel. Questa prima spedizione ha installato dei sismografi sul fianco della montagna.

 

La moderna RV Meteor in navigazione.       La nave RV (Research Ship) Meteor è una nave da ricerca dell’Università di Amburgo e del Ministero Federale dell’Istruzione e della Ricerca. Il nome di questa nave riprende una lunga tradizione di navi da ricerca tedesche con lo stesso nome. La prima nave è stata impostata nel 1914 dall’impero tedesco e negli anni 20 del Novecento ha preso parte a una spedizione durante la Repubblica di Weimar per la scansione e mappatura dei fondali dell’Atlantico Meridionale, dall’Equatore all’Antartide.

 

La nave da ricerca RV Meteor

La moderna RV Meteor è stata varata il 3 settembre 1985 nei cantieri navali Schlichting-Werft nel distretto Travemunde di Lubecca, in Germania. È stata operata fino al 2013 dalla stessa compagnia dei Flying P-Liners che hanno reso famoso Lubecca, la F. Laeisz. Dopo questa data la nave è passata alla compagnia Briese Schiffahrt della città di Leer. Comunque, il proprietario è sempre rimasto il ministero dell’istruzione e della ricerca della Repubblica Federale Tedesca.

La prima RV Meteor, durante l’omonima spedizione. Fonte: NOAA

La nave ha un equipaggio di 33 marittimi, a cui si possono affiancare fino a 30 scienziati. Questa nave è fatta per ricerche in diversi campi della scienza. Tra questi si possono elencare la meteorologia e aerologia marittima, oceanografia fisica, biologia marina, geologia e geofisica marina. La nave è lunga 98 metri, e presenta due diverse gru sul ponte, una a prua e una a poppavia. La nave è dotata di due motori da 1150 kw l’uno. Questi motori diesel sono collegati a generatori elettrici, che a loro volta danno potenza a un’elica l’uno.

 La spedizione del progetto Hazelnut

La spedizione del progetto Hazelnut, come dice il nome, si è imposta uno studio del fianco sommerso dell’Etna. Lo studio si è svolto attraverso carotaggi del fondale marino. Il progetto è nato perché, mentre uno dei fianchi della montagna vengono ben controllati dal posizionamento satellitare dal radar ad apertura sintetica. Queste tecnologie, però non possono essere utilizzate per il fianco sommerso della montagna.

Infatti, le onde elettromagnetiche penetrano poco e male una massa d’acqua come quella dello stretto di Messina. Bisogna ricordare che lo stretto è molto ripido e profondo nel versante Ionico. Di conseguenza per il progetto Hazelnut si devono usare tecnologie diverse dalle tecnologie satellitari e radar. Di conseguenza, si usano tecnologie quali il già citato sistema di carotaggi e di rilevatori sismici. Questo è perché il fianco della montagna si muove per i tremori sismici dati dalle eruzioni vulcaniche. Si stima che si muova di circa 50 mm all’anno. Ovviamente questi numeri sono delle medie, e il comportamento dei fianchi del vulcano cambiano a seconda dell’attività vulcanica.

Infatti, durante l’attività vulcanica il cono dell’Etna si espande, aumentando la pendenza della montagna, aumentando il rischio delle frane o il loro movimento. Inoltre, la spedizione ha avuto il compito di mettere a posto le sonde già poste in essere nella precedente missione. È stato deciso di aggiornare le mappe geologiche dei fondali della Sicilia orientale. Il motivo di questa decisione va ricercato nella modifica delle caratteristiche dei fondali, visti i cambiamenti di pendenza e le varie frane sottomarine.

Fonte: Scienzecue.it

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