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Tim pronta a cedere il controllo della rete. Maggioranza a Cdp e vola in borsa

Secondo indiscrezioni, la compagnia sarebbe disponibile a non avere una posizione di controllo sulla rete unica come via per far ripartire il progetto AccessCo

Tim pronta a cedere il controllo della rete. Maggioranza a Cdp e vola in borsa

Cambio di strategia di Luigi Gubitosi sulla rete unica veloce, il progetto di fine agosto 2020 AccessCo siglato con Cdp (per creare un’unica rete di

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Cambio di strategia di Luigi Gubitosi sulla rete unica veloce, il progetto di fine agosto 2020 AccessCo siglato con Cdp (per creare un’unica rete di telecomunicazioni in fibra ottica, mettendo insieme l’infrastruttura del gruppo con Open Fiber) e benedetto dal governo Conte-bis. Secondo quanto riporta Bloomberg, infatti,
Tim, su assetti rete nessuna discussione in cda nè decisioni al riguardo

“Con riferimento alle indiscrezioni di stampa odierne circa possibili assetti societari relativi alla rete, Tim precisa che l’argomento non e’ stato oggetto di discussione nel consiglio di amministrazione ne’ tantomeno sono state prese decisioni al riguardo”. Lo afferma Tim dopo alcune indiscrezioni che vogliono il gruppo disponibile a non avere piu’ una posizione di controllo nell’ipotesi di creazione di una rete unica in combinazione con Open Fiber.

nell’ambito del grande processo di riorganizzazione societaria a cui sta lavorando e che coinvolgerà alcuni asset della galassia Timil Ceo della compagnia telefonica è pronto a rinunciare al controllo della rete di Telecom Italia, un asset che vale miliardi di euro, per rilanciare l’accordo.

In base all’intesa FiberCop, la società in cui è stata trasferita la Rete secondaria (quella in rame che va dagli armadi su strada alle case, da sostituire con la fibra) in cui sono entrati lo scorso anno il fondo Kkr con il 37,5% e Fastweb con il 4,5%, avrebbe dovuto fondersi con Open Fiber dopo l’ulteriore conferimento di quella parte di rete di Tim che va dalle centrali agli armadi su strada. Di questo veicolo, AccessCo, Tim avrebbe avuto il 50,1%.

Secondo quanto riporta l’agenzia statunitense, il piano di fusione rivisto arriva sulla scia delle pressioni del governo, che ha finora fermato il progetto, dato che la versione precedente dell’accordo avrebbe riportato il mercato nazionale delle telecomunicazioni a un quasi monopolio.

La nuova versione del piano messo a punto da Tim ha anche lo scopo di affrontare le preoccupazioni della Commissione europea sul fatto che una integrazione con Open Fiber, nel cui capitale la Cdp, anche secondo azionista di Tim, è salita al 60%, potrebbe ostacolare la concorrenza. 

Secondo la Reuters, inoltre negli ultimi mesi, Gubitosi avrebbe cercato di convincere l’altro azionista forte  Vivendi che l’unico modo di rilanciare il piano sulla rete unica, superando le resistenze politiche e i problemi di natura antitrust, fosse acconsentire a che la Cassa guidata da Dario Scannapieco avesse il controllo del nuovo operatore.

Nello schema di accordo, Tim conserverebbe quindi una quota di minoranza nella nuova entità che nascerebbe combinando FiberCop (rete secondaria) con Open Fiber. Secondo le case di investimento, tale sviluppo sarebbe positivo per Tim perchè aumenterebbe la probabilità di un accordo sull’asset, consentirebbe a Tim di deconsolidare FiberCop con un beneficio sia in termini di debito che di capex e faciliterebbe un ulteriore accordo che contemplerebbe il conferimento di tutta la rete fissa nella nuova entità.

Il cambio di posizione di Tim, che finora ha sempre ribadito la volontà di mantenere il controllo dell’infrastruttura, potrebbe anche modificare lo scenario in vista del cda dell’11 novembre chiesto da Vivendi e da alcuni consiglieri indipendenti per mettere mano a una riorganizzazione del business. Vivendi, dopo la trimestrale, aveva lasciato trapelare la sua insoddisfazione per i numeri aziendali.

Non è stato possibile contattare Tim per un commento, perchè all’indiscrezione a Piazza Affari sono scattate le ricoperture sul titolo che ha progressivamente accelerato al rialzo ed è stato anche sospeso. Il titolo sale del 5,9% a 0,33 euro dopo aver perso quasi il 10% nelle cinque sedute successive alla diffusione della trimestrale e alla revisione della guidance.

Fonte: Affaritaliani.it

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